Un
ricordo di Emilio Molinari. Spalato.Lui
arrivava da Sarajevo io da Zavidovici, entrambi dall’inferno bosniaco. Mi
disse: “Ho in mente una organizzazione di medicina di guerra perché sono
incazzato. A Sarajevo corrono in centinaia perché ci sono i giornalisti, in
altri posti non c’è nessuno”. Gino
Strada è morto, c’è chi avrà l’autorevolezza che non ho, di dare la dimensione
di questa perdita. Non è solo quella di una persona che ho conosciuto e
stimato, ma per ciò che ha rappresentato per tanta parte del mondo e per il
nostro Paese. In tempi di glorie italiane, Gino Strada il medico di Pace nei
fronti di guerra, l’ideatore, va ricordato così, per il prestigio che ha dato
al nostro Paese. Onora tutti ma, non so se il mio pensiero sarà condiviso, io
lo rivendico anche come immagine della mia generazione, quella del ’68, quella
che si è voluto liquidare con intenzioni restauratrici, come: “lagenerazione
degli anni di piombo”. Gino
Strada ha dato parola e volto, anche all'impegno mio e a quello di tante,
tantissime persone, al loro bisogno di eguaglianza e di umanità che, malgrado
ciò che vedo, non vuole spegnersi Addio
Gino e grazie. Emilio
Molinari