“Portare
vasi a Samo”: mi gira in testa questo modo di dire mentre in un sabato mattina
di ottobre, mi dirigo nella piccola cittadina di Samo, in provincia di Reggio
Calabria. Sono reduce da un incontro di lavoro tenuto la sera prima a Reggio ma
stamattina, nel prendere l’auto per ritornare a casa, ho deciso di fare delle
soste lungo il viaggio (è pur sempre sabato) per visitare Samo, Locri e
Crotone.Ma se Locri Epizefiri e
Crotone, importanti centri dell’antica Magna Grecia, sono straordinarie mete
turistiche per via del loro enorme patrimonio di testimonianze storiche, Samo è
certamente meno conosciuta e ammirata.Perciò dunque, il senso dell’inutilità di questa prima visita mi
lambisce, mentre come al solito mi smarrisco, nell’Aspromonte selvaggio e bellissimo,
nonostante le indicazioni molto dettagliate fornitemi dalla titolare del Bed
and breakfast dove ho alloggiato. Gli è che non uso il gps, mi ostino a fare da
me e perciò impiego il doppio del tempo normale a raggiungere i posti che non
conosco. Dunque, starò portando vasi a Samo?Ma entro finalmente nella piccola cittadina (che definirei “ridente”, se
questo abusato aggettivo non mi facesse tornare in mente il tormentone
utilizzato dal conduttore televisivo Valerio Merola il quale, girando l’Italia,
in una vecchia trasmissione itinerante domenicale degli anni Novanta condotta
da Gigi Sabani, definiva invariabilmente in questo modo ogni cittadina che
visitasse, mentre il conduttore in studio si smascellava dalle risate).
Samo si
trova ai piedi dell’Aspromonte ed è ancora verdeggiante pur nel mese autunnale
di ottobre. La cittadina calabrese ha un nome che non sfugge agli appassionati
di storia antica e di filologia classica, ovvero quello dell’omonima isoletta
greca delle Sporadi meridionali.In effetti
il paese, secondo quanto riferisce Erodoto, nel IV Libro delle sue Storie, sarebbe proprio stato fondato nel 492 a.C. da coloni greci provenienti da Samos. La
pace mi accoglie nel paesino (appena poche centinaia di abitanti), carezzato al
margine dal piccolo fiume Laverde. E se penso all’isoletta greca di Samo, sede nell’antichità
di un grande tempio dedicato alla dea Era-Giunone, mi viene subito in mente che
fu la patria di Pitagora (580, 570 a.C.- 495 a.C.), il quale poi si trasferì
proprio a Crotone, dove fondò la prima scuola di filosofia del mondo, conosciuta come Scuola di Pitagorica. C’è un filo rosso che
fin da tempo immemore collega l’una e l’altra località samia, e Samia è il titolo della commedia di
Menandro (342 a. C.-291 a. C.), che ha fra i protagonisti Criside, una etera di
Samo.
Quando la Samo calabrese era una
prospera e molto più estesa cittadina della Magna Grecia, infatti, un grande
porto collegava la costa ionica con gli scali marittimi del Mare Egeo, sulle
rotte di una fiorente attività commerciale. La Samo greca invece, fu la patria
del poeta Escrione (IV secolo a.C.), del filosofo Melisso (V secolo a.C.), del
grande Epicuro (341 a.C.-270 a.C.) e soprattutto dell’astronomo Aristarco (310
a. C.-230 a.C.), erudito alessandrino, fondatore della teoria eliocentrica.
Sotto il tiranno Policrate I, vi soggiornò il poeta Ibico (570 a. C. - 522
a.C.), nato a Reggio Calabria. Esponente e grande innovatore della lirica
corale greca, nell’isola di Samo, Ibico incontrò il collega Anacreonte (570
a.C.- 485 a.C.), che pure lì viveva. Anacreonte di Teo fu il poeta dell’amore
per le donne e per i fanciulli, del vino e dei simposi. E fu proprio per
fuggire alla tirannide di Policrate che alcuni profughi di Samos, nel 531 a.C.,
approdarono presso le coste dell'odierna Pozzuoli e fondarono la città di Dicearchia.
Nell’isola vi era nell’antichità una fiorente produzione fittile, e proprio da
questo derivava l’espressione “portare vasi a Samo”, analoga a quella, oggi più
di uso corrente, di “vendere frigoriferi agli Eschimesi”, nel senso di fare
qualcosa di totalmente inutile. Continuo intanto la mia promenade nella
piccola cittadina calabrese, fra le capre e i buoi al pascolo. La principale
attrattiva di Samo è il sito archeologico di Precacore, con i suoi resti di
arte greco-bizantina, che è alle origini della Samo attuale. Ma il tempo corre
tiranno e se voglio continuare il mio tour, devo affrettarmi a lasciare la
piccola Samo dalle belle alture.