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martedì 28 settembre 2021

RIFLESSIONI AUTUNNALI
di Lisa Mazzi


Berlino. L’equinozio d’autunno, si sa, porta, come ogni cesura o cambiamento, a riflettere. Conoscendo la letteratura tedesca, non si può fare a meno di rileggere la famosa poesia di Rainer Maria Rilke intitolata appunto “Herbst”, cioè “Autunno”, o, per rimanere in Italia, la settembrina poesia di Gabriele D’Annnunzio “I pastori “, che ci ricordano il passaggio delle stagioni e la situazione precaria di noi mortali.
In questo, ancora pandemico, 2021 a Berlino l’estate, apparsa in toni moderati a giugno e un po’ anche a luglio, è poi scomparsa definitivamente dalle previsioni meteorologiche delle alte pressioni, per condurci, molto freddamente e con temperature davvero basse, ad un autunno, che potrebbe definirsi già ora, senza ombra di dubbio, un autunno inoltrato. Dopo un anno e mezzo di assenza dall’Italia a causa del Covid, ho approfittato di giugno e settembre per due brevissime vacanze sulla riviera adriatica in cerca di sole e di calore, anche umano, quello che, per noi espatriati, rimane sempre il lato migliore dell’Italia.
La pandemia ha sicuramente avuto ovunque un impatto negativo sulla psiche delle persone e, sia in Germania che in Italia, abbiamo assistito, e purtroppo, stiamo ancora assistendo, a episodi di maleducazione e violenza, oltre che di assoluta mancanza di rispetto delle regole base, necessarie a minimizzare i rischi del contagio. L’aggressività verbale, e non solo, la si coglie, se si è attenti, anche nei posti più impensati, come ad esempio sulla spiaggia.



In riva al mare, una nonna, nell’intento di convincere il nipotino di due o tre anni, ad entrare in acqua, lo prende per un braccio dicendo” Vieni che andiamo a dare i calci alle onde!” Sono rimasta basita, ma le onde non sono quelle che ti cullano, che danno l’idea di carezze, di morbidezza, che ti vengono incontro e, se non c’è burrasca, si ritraggono gentilmente lambendoti i piedi o, al massimo, le gambe? L’onda non è un pallone e una frase del genere è indice di una forma di aggressività, probabilmente repressa, che però salta fuori, banale, detta senza riflettere, ma sappiamo bene purtroppo dove può portare la banalità del male.
E in Germania, proprio di recente, ne abbiamo avuto un terribile esempio. In una ridente cittadina della Renania-Palatinato, Idar-Oberstein, famosa per la lavorazione e trasformazione dei minerali in gemme preziose, un ragazzo di vent’anni, cassiere in una stazione di benzina, è stato ucciso da un cliente, entrato nel negozio per comprare una birra senza mascherina. Il solo fatto di aver ricordato, che nel negozio è obbligatorio portarla, ha fatto sorgere una lite al termine della quale il cliente, dapprima, è uscito dal negozio, poi vi è ritornato con una pistola e ha sparato alla testa al povero ragazzo uccidendolo.
E se da un lato, questo gesto ha suscitato orrore in moltissime persone, ce ne sono state altre che hanno riso e applaudito attraverso alcuni social, perché è ora che “la dittatura” della politica anti Covid debba finire. Un episodio gravissimo che dimostra come le frange di “pensatori trasversali”, esoterici, cospirazionisti, negazionisti e neonazisti si stiano radicalizzando e rappresentino un vero pericolo per la società civile, cosa per altro confermata dalla polizia.



Le notizie più recenti hanno reso noto che l’assassino di Idar-Oberstein non era conosciuto negli ambienti dell’estrema destra, però possedeva una pistola - e anche altre armi sono state trovate a casa sua - senza detenere il porto d’armi, ma era un convinto negazionista. Del resto, lui stesso ha detto alla polizia di non poterne più di regole e di aver voluto statuire un esempio. Dobbiamo dire un esempio agghiacciante. La cosa peggiore è che anche alcuni politici di spicco, come ad esempio Friedrich Merz dell’Unione cristiano sociale, e non è stato il solo, invece di esprimere il più sentito cordoglio ai famigliari della vittima, ha preferito calcare ancora la mano sulle misure anticontagio del governo. E questo in una nazione come la Germania, dove fino ad oggi c’è appena un magro 63% di doppiamente vaccinati.
Dopo un’estate berlinese all’insegna di cortei e proteste contro le misure anticontagio del governo, ma anche con oltraggi verbali a chi per strada portava la mascherina, hanno avuto luogo ieri le elezioni federali, che hanno segnato la fine della lunga era Merkel.



Anche a votazione terminata rimangono elezioni dense di suspence, perché il partito socialdemocratico di Olaf Scholz, cioè quello che fino a ieri era il ministro delle finanze e con la sua compostezza anseatica - è di Amburgo – aveva riscosso, già nei sondaggi, più consensi di Armin Laschet, presidente del Land Norreno Vestfalia, la regione più industrializzata della Germania e continuatore in spe della politica di Angela Merkel, ha vinto sì, ma di poco, per cui il candidato Laschet accampa ancora dei diritti.
Annalena Baerbock, la candidata dei Verdi, ha portato il suo partito solo il terzo posto, nonostante i Verdi si battano veramente per i temi fondamentali, come la salvaguardia dell’ambiente e del clima, oltre a tenere nel debito conto le ingiustizie sociali.
L’ago della bilancia per una coalizione governativa viene rappresentato dalla FDP, cioè i liberali, che nonostante differiscano molto dai Verdi soprattutto in campo fiscale, cercano ora di sondare la possibilità di un eventuale accordo con loro, in modo da poter formare un governo tripartitico insieme ad uno dei partiti maggiori, cioè la SPD di Scholz o, possibilità direi più remota, stando ai risultati, con la CDU di Laschet.



La Linke, cioè la sinistra, non più quella revisionista dei nostalgici della Germania Est, ma un partito, che ora attira anche intellettuali e studenti grazie ad una grande apertura nel sociale tenendo anche conto del clima e dell’ambiente, pur non avendo superato la soglia del 5%, ha ottenuto l’ingresso grazie a tre mandati diretti, ma non avrà un ruolo nella futura coalizione governativa.
Sul partito di estrema destra AfD, l’alternativa per la Germania, non mi soffermo, perché il loro becero populismo non è degno di questa sede.
Come inizierà dunque l’autunno in Germania dopo il 26 Settembre? Un autunno caldo dopo l’estate freddina? Speriamo che i politici prendano decisioni assennate e che il Covid rientri nei ranghi grazie a tutti quelli che hanno capito non solo il valore intrinseco del vaccino, ma anche il significato civile dello stesso.
Che le nonne dicano ai bambini che le onde del mare li accarezzano e per questo non vanno prese a calci e che nessuno a vent’anni debba venire ucciso per una mascherina.