La febbre creativa. Anche se tutta
la sua attività si muove tra recupero della memoria e costruzione di sogni,
Sergio Carlacchiani (pseudonimi: Karl Esse - Sergio Pitti - Macerata, 1959) è
attore, doppiatore, pittore, poeta e performer italiano. Direttore artistico di
varie rassegne teatrali, si è occupato di poesia lineare, visiva, concreta,
sonora e di mail art. Si è formato come attore presso la scuola del Minimo
Teatro di Macerata. Dunque sogno, visione, apparizioni, miraggi e memorie
caratterizzano il suo operare artistico, con alternarsi di aggressioni e graffi
alla materia e al colore, e carezze oniriche d’inchiostro, dandoci una lezione
di come i copisti riproducono la realtà, mentre gli artisti come lui la
interpretano e la cambiano, fosse pure per una visione biblica delle croci e
dei volti di cristo, emaciati, corrosi e scavati alla Bacon. Ombre, fluttuazioni, velieri ed impronte angeliche
richiamano gli Angeli di Licini, ma con una rarefazione e impronta onirica
ancor più simbolica e straniante, da farne quasi un feticcio astratto, un’icona
indefinita, e allora Madri celesti si ergono dal nulla e Ombre Cristologiche
abitano gli abissi della memoria e della visione.
Opera di Carlacchiani
Taglioscritture, pagine di zinco, ceppi e altro che i
critici Mariano Apa e Lucio del Gobbo avevano puntualmente evidenziato e
sottolineato, caratterizzano questa produzione che va dagli anni 80 alla metà
degli anni 90 e forte anche più stilisticamente innovativa e sperimentale, dove
gioca un ruolo fondamentale l’ossido di zinco, l’abrasione e corrosione del
tempo interiore e del tempo reale in una danza di segni e sogni che lascia
incantati. Carlacchiani è anche pittore di ombre e dissolvenze di
apparizioni e miraggi, in rapporto con la parola e la poesia, non si può non
citare la bellissima cartella realizzata insieme ad Alda Merini con suoi
disegni e poesie della grande poetessa “Donna Modello 2000 – Donna In /contro”. Ma
l’elemento caratterizzante della poetica del suo lavoro credo siano da una
parte, il dolore e l’umanità che prorompono dalle sue crocifissioni e
apparizioni di madonne, e dall’altra il senso e bisogno di rinascita, la travolgente
voglia di vita che esprime nel colore, in poesia o come negli ultimi lavori
sciamanici e le bellissime donne Afghane. Esemplare
anche il catalogo della mostra, realizzato dal Comune di Civitanova Marche, che
documenta oltre all’ imponente apparato fotografico, anche le sue esperienze
poetiche e di poesia visiva, con splendidi scritti critici oltre che del
sottoscritto, di Lucio del Gobbo, Claudio Nalli, Stefano Papetti, Alvaro
Valentini.