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mercoledì 27 ottobre 2021

A SINISTRA
di Franco Astengo

 
L'esito del congresso di Rifondazione Comunista (almeno per quel che si può intuire dalle scarne cronache) e il quadro tracciato da Nicola Fratoianni in un articolo pubblicato da "il Manifesto" nel merito dei temi sollevati dal quotidiano in materia di "discorso a sinistra" costituiscono elementi sui quali fondare un giudizio di complessiva insufficienza di analisi e di volontà (non pienamente giustificata) - da parte di entrambi i soggetti - di mantenimento di una tensione identitaria non sorretta da adeguata consistenza di radicamento sociale e di massa critica.
Nella prospettiva di un possibile recupero di un ruolo di presenza politico- istituzionale e parlamentare per una sinistra d'alternativa si pongono alcuni interrogativi irrisolti:
1) Collocazione dell'Italia nel nuovo quadro internazionale (neo-atlantismo di Biden; questione energetica e scontro con la Cina; ruolo dell'Europa).
2) Si può stare dentro al quadro di mutamento della forma di governo perfezionata dal governo Draghi (completamento della dipendenza europea sintetizzata dalla frase “il governo non segue l’agenda elettorale), oppure è necessario ridefinire i termini dell’opposizione a sinistra non lasciandone termini esclusivi alla destra?
3) Sembrerebbe opportuna un'analisi compiuta del significato di minoritarismo oggi e di conseguente ruolo in una "alleanza per battere la destra".
4) Nell’ambito della forte disgregazione sociale in atto derivante da una inedita complessità di contraddizioni (pensiamo al peso della questione sanitaria nei suoi diversi risvolti) può essere possibile proporre  un’offerta politica fondata sui riferimenti alla tradizione della sinistra con la riproposta di una democrazia di tipo rappresentativo (Parlamento, proporzionale) e i termini complessivi della socialdemocrazia (ruolo dell’Europa nel nuovo quadro geopolitico, Costituzione come base portante, rapporto intervento pubblico/iniziativa privata, welfare, centralità del lavoro)?
5) Può essere considerata esistente una base di partenza già consolidata per cercare di avviare un percorso di aggregazione dell’esistente pur nella coscienza della difficile ricuperabilità del “pulviscolo”?
Servirebbe una sede, un luogo politico, in cui realizzare una discussione franca e approfondita su queste domande di fondo: soltanto rispondendovi adeguatamente potrà essere possibile capire dove rivolgerci per una assunzione di concreto indirizzo politico.