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martedì 12 ottobre 2021

KANT E I TESCHI
di Petronilla Pacetti


 
Essere adulti e responsabili.
 
A proposito della Spigolatura di Gaccione pubblicata martedì 21 settembre sulla prima pagina di “Odissea” riguardante teschi e svastiche.
 
Riguardo i teschi, tempo fa una signora (che li aveva su un bracciale di alta oreficeria) mi disse che quell'immagine era un'antica tradizione toscana, luogo dove la chiamano "la secca". Dunque più grave di tutto mi sembra il fatto che molti non sanno nemmeno inventare qualcosa di nuovo anche se (forse) pensano di averlo fatto. Così come, in questo periodo, molti citano a vanvera la Costituzione senza averla letta, evidentemente. A costoro consiglio, in particolare, l’art. 16, insieme al 32, è ovvio, ma anche una riflessione sull’art. 3, che affronta, fondamentalmente, la responsabilità (della Repubblica e delle persone) verso chi è maggiormente in difficoltà.
E, come scrive Angelo Gaccione, passi per gli adolescenti, ma negli adulti certi comportamenti sono davvero insopportabili. D'altronde questa - purtroppo - è una società di persone cresciute solo in età e dove è poco presente l’idea di responsabilità. Concetto che in me evoca sempre la frase bellissima di Kant espressa nella Critica della ragion pratica: Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”.
Sono stati i pensatori illuministi, infatti, a cercare di individuare i presupposti razionali dell’agire morale dell’uomo, ma in particolare proprio Kant, il cui approccio è strettamente connesso con un rigoroso senso del dovere e del rispetto della libertà altrui”; con lui, in effetti, nasce il concetto moderno di autocoscienza, la coscienza che l’io ha di sé stesso, come principio del conoscere e fondamento della realtà. La libertà costituisce un aspetto fondante dell'Etica che Kant vede come basata, appunto, su un profondo rigore interno, un forte senso del dovere e un grande rispetto della libertà degli altri. Con Kant, dunque, appare il concetto di coscienza di sé come autocoscienza, nel senso in cui ancora lo intendiamo oggi. E per me il concetto fondante dell'etica (e della maturità delle persone, qualunque età abbiano) è costituito dal senso di responsabilità che deve permeare ogni aspetto dell'esistenza (e della professione, per alcuni).



Benché, in questo mondo, vediamo spesso intorno a noi un’assoluta mancanza di quella consapevolezza che permette l’esercizio della responsabilità, sappiamo, in coscienza, che essa rappresenta l’unica prova di maturità che si possa dare: capire le proprie responsabilità e farvi fronte. E se possiamo comprendere un adolescente e/o persone con problemi particolari, come giustificare un “adulto” che viene meno al suo ruolo? Che è quello, oltre che di protezione di cuccioli della specie (e delle persone più fragili), di esempio affinché questi abbiano un faro che li guidi nella confusione e nell’oscurità che a tutti capita di dover attraversare durante il tempo della
propria esistenza.