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lunedì 25 ottobre 2021

L’OPINIONE
Lo Stato siamo noi o chi altro?


 
La domanda di cui sopra riguarda tutti i Paesi, non solo il nostro, di cui sono un cittadino, ma esso, in questi tempi di pandemia, ha visto presentarsi una legge che lo escluderebbe nella sostanza. Infatti questa afferma che lo Stato non si considera responsabile della vaccinazione cui ti obbligherebbe per avere un certificato di accesso al lavoro o in altri momenti della tua vita di cittadino. Certo, questi vaccini, sono stati approntati in fretta e furia ed evidentemente, non testati in profondità, per l'esigenza immediata di opporsi alla trasmissione del virus. Ma giungere al punto di dissociarsi dall'eventuale danno che la somministrazione può comportare, mi sembra ingiusto e immorale, perché appunto lo Stato siamo noi cittadini. E quello che viene fatto è per la loro salvezza, in buona fede. E se il danno arriva fino alla morte dell'ammalato, come purtroppo accaduto in questi giorni ad una ragazza curata con Astra-Zeneca, lo Stato, noi, ci si sobbarchi di determinate spese, come vicinanza alla famiglia. Così pure avrebbe dovuto essere con le conseguenze di terremoti e alluvioni negli anni passati, in cui tantissimi cittadini sono stati lasciati in condizioni di disagio per lunghi anni dallo Stato, e solo in questi ultimi mesi, sembrerebbero iniziati lavori di ripristino per una normalità di vita.
Sembrerebbero troppo radicali questi approcci? Posso rispondermi di no? Lo Stato di oggi, chi lo governa, in termini politici e militari, è consapevole che siamo in tempi nucleari e che se avvenisse una guerra di tal genere, i propri cittadini, come gli altri di altri Paesi, ne sarebbero terribilmente colpiti insieme alle cose, come mai avvenuto in passato? E poi è umano, rispettoso dei diritti dell'intelligenza, che questa possibile guerra, coinvolga anche chi non è partecipe? Non ci sarebbe da sobbalzare dalla propria poltrona o sedia, e magari pensare di trovare altre soluzioni cosiddette diplomatiche, considerato che i problemi sono gli stessi di ogni Stato? E che la guerra, tutte le guerre, nello storico di oggi, devono sparire dai nostri pensieri, se il nostro genere umano che abita questo Pianeta, vuole e può continuare a viverlo, occupandosi anche dei problemi climatici, sociali, pandemici che lo riguardano? Le benzine, il gasolio degli aerei militari, dei carri armati, sommergibili di tipo diverso, camion, camionette, in esercitazioni che si susseguono in varie zone, non fanno parte del nostro mondo terrestre? E allora perché non conteggiarlo nell'inquinamento generale? Credo avrebbero un buon peso. Vorrei ricordare, anche, se possiamo considerare democratica, la situazione per cui pochi possono scegliere la vita o la morte, per tantissimi.  Si arrivi al più presto possibile alla firma del TPAN.
 
Giuseppe Bruzzone                                                             
[Milano 23 ottobre 2021]