La
domanda di cui sopra riguarda tutti i Paesi, non solo il nostro, di cui sono un
cittadino, ma esso, in questi tempi di pandemia, ha visto presentarsi una legge
che lo escluderebbe nella sostanza. Infatti questa afferma che lo Stato non si
considera responsabile della vaccinazione cui ti obbligherebbe per avere un
certificato di accesso al lavoro o in altri momenti della tua vita di
cittadino. Certo, questi vaccini, sono stati approntati in fretta e furia ed
evidentemente, non testati in profondità, per l'esigenza immediata di opporsi alla
trasmissione del virus. Ma giungere al punto di dissociarsi dall'eventuale
danno che la somministrazione può comportare, mi sembra ingiusto e immorale,
perché appunto lo Stato siamo noi cittadini. E quello che viene fatto è per la
loro salvezza, in buona fede. E se il danno arriva fino alla morte
dell'ammalato, come purtroppo accaduto in questi giorni ad una ragazza curata
con Astra-Zeneca, lo Stato, noi, ci si sobbarchi di determinate spese, come
vicinanza alla famiglia. Così pure avrebbe dovuto essere con le conseguenze di
terremoti e alluvioni negli anni passati, in cui tantissimi cittadini sono
stati lasciati in condizioni di disagio per lunghi anni dallo Stato, e solo in
questi ultimi mesi, sembrerebbero iniziati lavori di ripristino per una
normalità di vita. Sembrerebbero
troppo radicali questi approcci? Posso rispondermi di no? Lo Stato di oggi, chi
lo governa, in termini politici e militari, è consapevole che siamo in tempi
nucleari e che se avvenisse una guerra di tal genere, i propri cittadini, come
gli altri di altri Paesi, ne sarebbero terribilmente colpiti insieme alle cose,
come mai avvenuto in passato? E poi è umano, rispettoso dei diritti
dell'intelligenza, che questa possibile guerra, coinvolga anche chi non è
partecipe? Non ci sarebbe da sobbalzare dalla propria poltrona o sedia, e
magari pensare di trovare altre soluzioni cosiddette diplomatiche, considerato
che i problemi sono gli stessi di ogni Stato? E che la guerra, tutte le guerre,
nello storico di oggi, devono sparire dai nostri pensieri, se il nostro genere
umano che abita questo Pianeta, vuole e può continuare a viverlo, occupandosi
anche dei problemi climatici, sociali, pandemici che lo riguardano? Le benzine,
il gasolio degli aerei militari, dei carri armati, sommergibili di tipo
diverso, camion, camionette, in esercitazioni che si susseguono in varie zone,
non fanno parte del nostro mondo terrestre? E allora perché non conteggiarlo
nell'inquinamento generale? Credo avrebbero un buon peso. Vorrei ricordare,
anche, se possiamo considerare democratica, la situazione per cui pochi possono
scegliere la vita o la morte, per tantissimi. Si arrivi al più presto possibile alla firma
del TPAN. Giuseppe
Bruzzone [Milano
23 ottobre 2021]