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mercoledì 13 ottobre 2021

PARMA NEL RICORDO
di Federico Migliorati

 

Nel nebbione, Parma aveva smesso di urlare.
Sussurrava come le vecchie in chiesa.
Valerio Varesi 
 
Quel tempo da studente, ormai alle spalle, fa capolino qua e là nella memoria, gioca e trama alle spalle il gaglioffo, folletto agile e pestifero che conduce a rivangare trafelati giorni (quando non mansueti, perché talvolta accadeva pure), passati di corsa a perdifiato lungo i corridoi alti e solenni, interminabili per una matricola universitaria. Turbini di emozioni vorticavano in testa allora, ora molto meno: lontano un poco dai pensieri dell'oggi e sogguardando in foto le inferriate alle finestre dell'aula magna, un sussulto, uno strappo a questo presente infiacchito, lo ammetto, è giunto spontaneo quasi a coronare l'ultima carezza dell'occhio sull'imponente edificio insistente sulla stretta strada (qui, a Parma, lo dico a uso del turista, le vie sono strade, i quartieri borghi, un vezzo da capitale che fu, nobildonna decaduta ma pur sempre desiderosa di distinguersi per quel che ancora può valere). 



Foto di rito, dunque, e sia, a tenere ancora stretto un cordone ombelicale con la giovinezza, non dispiegata allora pienamente nella città che pure amavo e amo, quasi come un urlo rimasto strozzato in gola sì che di gioia piena non si potrà mai parlare, ma giusto scriverne come a depositare, più protetti, il proprio Io abitante territori di realtà e finzione. Quasi, questa è la verità, a tenersi vicine e care, nel cuore, nella mente (vai a capire dove sarà mai ciò che sento, un rigurgito che va e viene, talvolta lancinante talaltra più smorzato) speranze sparse a più mani su e giù dagli sbrecciati scaloni dell'antico palazzone, mentre il destino già s'ingegnava a cambiare le carte in tavola a me, pessimo giocatore da sempre. 


Così, la memoria matrigna, in fondo, coccola le lagnanze odierne, e ci si crogiola ancora un poco, ferendosi, nel rammentare ciò che è ormai macerato alle spalle, e come non fece Orfeo s'ha da guardare avanti o perire nella sofferenza dell'anima.