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sabato 9 ottobre 2021

PER RICORDARE SALVATORE VECA

Salvatore Veca
 
Un breve ricordo di Papi per il suo amico filosofo
scomparso in questi giorni
.
 
Anche Salvatore Veca se n’è andato: “unde negant redire quemquam”. Veca è un prezioso filosofo: un pensiero limpido, anche nei momenti più ardui dal punto di vista teorico. Aveva quel particolare dono della chiarezza della scrittura che deriva dalla ricerca della condivisione di un dialogo collettivo. La vocazione critica era già tutta compresa nella estensione del suo pensiero. Lo stile è sempre quello propositivo, lontano come il cielo dalla drammatizzazione dei concetti. Storicamente apparteneva (detto in largo) alla luce dell’Illuminismo che sentiva gli echi epistemologici e morali della cultura inglese. Era il suo modo, personale, originale di trovarsi nella ampia comunità dell’Illuminismo italiano. Un’opera che mostra attraverso uno stile sociale le condizioni di una positiva convivenza. Il bene e il male non sono mai destini da precipizio: sono sfide di un pensiero che doveva e voleva valere per una comunità politica, proprio perché il lavoro teorico conduceva alla relatività dei concetti e alla relatività del tempo. La relatività era tanto più preziosa in quanto era il solo dono che ognuno poteva fare a sé stesso e al mondo che circondava la sua identità. Questo era anche lo stile della sua voce come essere pensatore politico. Nessuna chiacchiera totalitaria, ma la più viva attenzione al reticolo di istituzioni che garantiscono una pratica democratica. I tempi, come sanno tutti, sono molto difficili, ma la storia di Salvatore non è un archivio, è la sollecitazione di una memoria che oggi è solo ferita gravemente, ma il suo orizzonte è ancora aperto. Se ci siamo noi, ci sei anche tu. A leggere bene si trova proprio nella breve parola “addio”.
Fulvio Papi