Roma. Quando ho sentito la sentenza ho
pensato che il messaggio fosse "chi tocca l'immigrazione
muore". E Riace per me ha sempre rappresentato la rinascita di un
meridione la cui sorte sento profondamente (benché venga da un luogo molto meno
travagliato) e che è stata illustrata anche recentemente in un documentario
sugli antichi mestieri calabresi che rivivono in questo periodo. Ho sempre
utilizzato quell'esperienza come esempio di un modo diverso e più giusto di
affrontare i nostri tempi e ora sento che, al di là della tragedia personale di
Mimmo Lucano, è stato infranto un sogno, un progetto che poteva rendere più umano e
concreto il vivere insieme di gente diversa, ma che ha in comune il diritto di
vivere dove vuole e può, come già diceva Kant.