DIALOGO LEGGERO, MA NON TROPPO di Romano Rinaldi e Angelo Gaccione
Acorollario dello scambio di idee sui Fraintendimenti
(Odissea di giovedì e sabato scorsi 28 e 30 ottobre 2021*) col coinvolgimento
di una decina di altri lettori e collaboratori, abbiamo proseguito il dialogo
su una linea “chat” (ma senza l’uso di alcun meme di sorta, statene certi!). Qui di seguito un compendio della nostra “conversazione”. [R. R.] Rinaldi.Caro Angelo, ti volevo
partecipare il commento all’articolo Lingua e Cervello* da parte di un
mio amico, imprenditore a Perugia che ha vissuto tra il Sud America, il Canada
e l'Inghilterra per molti anni. "A me sembra che comunicare con proprietà di linguaggio in modo
chiaro ed esauriente sia purtroppo un’arte in via di estinzione. I miei nipoti
non leggono libri e si accontentano di navigare su internet alla ricerca di
spiegazioni eccessivamente sintetiche e spesso di dubbia provenienza. Peccato." Gaccione. Ahinoi! R.Io penso che se si impoverisce il
linguaggio al punto da non essere più in grado di esprimere il pensiero in modo
soddisfacente per la comunicazione, nel lungo periodo il nostro cervello
potrebbe regredire al Neanderthal. Questo porterebbe ad una estinzione differenziata,
quindi il Pianeta potrebbe di nuovo essere ospitale per un'altra genia di
sapiens-sapiens (-sapiens). E così via. A patto che le risorse rigenerative, in
senso geologico e climatico, non siano totalmente compromesse in questa fase
del sapiens-sapiens da rendere l’estinzione totale e irreversibile. Il discorso potrebbe anche toccare un altro argomento che abbiamo già
trattato, quello dei No-Vax e negazionisti di varia natura (venerdì 15 e sabato
23 ottobre**). In questo caso, poco alla volta il Sars-cov-2 potrebbe prendersi
cura di loro e forse la specie si evolverebbe per selezione darwiniana. Sono pensieri della sera, in attesa del ritorno all'ora solare... Te li
partecipo solo per il gusto della comunicazione! Incidentalmente, un altro amico, calabro-emiliano, a proposito dell'ora
legale che scade stanotte, mi ha fatto notare che il calendario gregoriano è
frutto del lavoro di un genio calabrese, tale Luigi Lilio (o Giglio) di Cirò,
che poi si trasferì all'Ateneo di Perugia (seconda metà del 1500). G. Non solo disgraziata la mia terra, per
il Lilio – Giglio ed altre vicissitudini di cui ho trattato e tratto di tanto
in tanto. Per l'homo demens-demens la vedo scura. Ci penserà il clima che
abbiamo assassinato, o la stupidità delle armi nucleari che abbiamo
disseminate. R.Sì, l'Antropocene non può essere
eterno, così come non lo furono le altre ere, periodi e epoche che si sono
succedute nella storia del Pianeta (geologica e politica). Le armi nucleari non
sono né stupide né intelligenti, sono maledettamente pericolose perché in mano
a uomini che, stupidi o intelligenti che siano, sono altrettanto diabolicamente
pericolosi. E per fortuna tutte quelle armi, nella disponibilità di capi di
stato, prevedono più passaggi per l'autorizzazione all'uso, attraverso il
giudizio di diverse persone. Questa è la catena di sicurezza che finora ha impedito
incidenti, anche se ci siamo andati vicini in qualche occasione. Ma deve far
bene riflettere quanto è tutt’ora attiva la ricerca di sistemi d’arma sempre
più sofisticati. A questo proposito è illuminante l’articolo di Pascolini su
Odissea, martedì 26 ottobre *** Alta cosa sono le centrali a reattore nucleare dove non è l'avvio che può
preoccupare ma il mantenimento dello stato di funzionamento regolare (si chiama
infatti "steady state"). Qui la catena umana addetta al funzionamento,
anche se sembrerebbe impossibile, ha dimostrato di poter compiere tutti gli
errori (e sono tanti) che possono portare al disastro (Chernobyl docet), nonostante
questa eventualità abbia praticamente zero probabilità di verificarsi. Poi c'è
la combinazione tra errori di gestione e cataclismi naturali (Fukushima) ancora
meno probabile. Ma tant’è, abbiamo visto anche questo. Tuttavia, in questo secondo tipo di "minaccia nucleare", si più
ancora pensare al miglioramento della sicurezza degli impianti ed anzi non è
difficile immaginare un prossimo futuro di intrinseca sicurezza, anche contro
la volontaria manomissione o il sabotaggio. Nel primo caso invece, c'è solo il
fattore uomo e questo non può che preoccupare tutti noi. C'è poi un terzo scenario, che porterebbe rapidamente la conclusione dell'Antropocene:
una guerra nucleare. In cui, come in tutte le guerre, i nemici punterebbero a
distruggersi vicendevolmente anche le fonti di energia... Qui dubito che
sistemi di intrinseca sicurezza possano intervenire e l’effetto globale non
lascerebbe alcuno scampo alla maggior parte delle forme di vita evolute. Ecco, adesso possiamo dire di aver recuperato (bene o male,
chissà?) l’ora in più che ci regala stanotte l’orologio! * https://libertariam.blogspot.com/2021/10/lingua-e-cervello-di-romano-rinaldi-max.html *** https://libertariam.blogspot.com/2021/10/cina-e-razzi-dialessandro-pascolini.html