Ieri 31 ottobre 2021 a Roma
si finisce il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi appartenenti al
G20, con la presenza dei membri del G20, di alcuni Paesi invitati e dei
rappresentanti di alcune delle principali organizzazioni internazionali e
regionali. Come sempre questi vertici sono una passerella che sancisce
decisioni già prese prima da chi realmente detiene il potere economico e
finanziario, i vari capitalismi e imperialismi in concorrenza fra loro, di cui
gli stati e i governi sono al sevizio. Paradossalmente i più grandi
inquinatori del mondo dichiarano di essere contro l’inquinamento, ma ognuno
difende i suoi interessi, anche di avvelenare il pianeta e il clima chiedendo
agli altri di cominciare a farlo. Dietro l’unità di facciata si nasconde una
guerra fra diverse cordate imperialiste, dove ognuno cerca di prevalere. Sui risultati del vertice si prospetta una generica
intesa sui vaccini e la lotta alla pandemia, e una ancor più generica Global
tax, mentre per quanto riguarda un accordo sul clima, la situazione è sempre di
stallo e tutto è rimandato al prossimo vertice. Non dimentichiamo che il
vertice dei paesi capitalisti/imperialisti più avanzati rappresenta la punta
avanzata degli oppressori e degli sfruttatori del mondo. Non
dimentichiamo che il capitalismo, fin dai suoi albori, con la colonizzazione e
la conquista di buona parte del mondo, ha causato la schiavitù e la morte di
centinaia di milioni di persone. Solo in America Latina e in Africa si calcola
che siano morti almeno 70 milioni di indigeni e che, in nome del profitto,
circa 12 milioni di schiavi africani siano stati strappati ai loro paesi nei
primi anni del secolo, mentre sono miliardi gli esseri umani che ancor oggi
l’imperialismo sacrifica. Capitalismo/imperialismo, significano oppressione, sfruttamento degli esseri
umani e della natura.Non è un caso che mentre aumenta la ricchezza
nelle mani di una minoranza, dall’altro polo aumenta la miseria, la
disuguaglianza, la povertà, i campi non coltivati, i contadini senza terra, gli
operai senza lavoro, i disoccupati, il lavoro precario, morti sul lavoro, le
malattie professionali, fame, malattie, guerre, morte.
Nel sistema capitalista molte vite, che potrebbero essere salvate, si perdono
per pochi centesimi. L’analfabetismo, la prostituzione infantile, i bambini
sfruttati e costretti a lavorare sin dalla più tenera età che chiedono
l’elemosina per vivere, le baraccopoli in cui vivono milioni di persone in
condizioni disumane, le discriminazioni per motivi razziali o sessuali, sono
solo una parte dello sfruttamento capitalista. L’imperialismo impone ai popoli
del mondo sottosviluppo, prestiti usurai, debiti con interessi impossibili da
pagare, scambio diseguale, speculazioni finanziarie non produttive, corruzione
generalizzata, commercio di armi, guerre, violenza, massacri.
Agli ordini del mercato, lo stato è privatizzato sempre più. Le campagne
sull’inefficienza e sulla corruzione montate dai capitalisti hanno lo scopo di
rendere possibile realizzare le privatizzazioni con il consenso di una parte
dell’opinione pubblica e con l’indifferenza di un’altra parte. I lavoratori
sempre più sfruttati sono privati dei diritti più elementari, a cominciare
dalla sicurezza su lavoro. Gli stati del Terzo Mondo più pagano più sono in
debito, e più sono costretti ad obbedire all’ordine di smantellare lo stato
sociale, ipotecare l’indipendenza politica e alienare l’economia nazionale.
La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale rispondono solo agli
interessi delle multinazionali, decidono e riscuotono a Washington, sebbene gli
Stati Uniti siano il paese più indebitato del mondo.
Ormai l’imperialismo e il sistema capitalista, per i proletari e i popoli del
mondo, è diventato sinonimo di distruzione e di barbarie, che continuano a
perpetuarsi attraverso le violenze e le guerre.
Ripristinare il punto di vista proletario - riconoscendosi come appartenenti a
un’unica classe internazionale (contro ogni ideologia nazionalista) a livello
mondiale, scindere i nostri interessi di lavoratori e proletari da quelli dei
padroni italiani o stranieri, organizzarci come classe operaia a livello
sindacale e politico per lottare contro chi ci sfrutta e opprime è oggi la
battaglia la battaglia da condurre nei luoghi di lavoro e nella società. Un altro mondo è possibile solo dopo aver distrutto dalle
fondamenta questo sistema barbaro e inumano. Abbiamo bisogno di una società,
dove si produca per soddisfare i bisogni degli esseri umani e non per il
profitto di pochi sfruttatori. Un altro mondo è possibile solo nel socialismo. Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” Mail: cip.mi@tiscali.it https://ciptagarelli.jimdofree.com/ https://www.facebook.com/cip.tagarelli