Un
accorato e allarmato scritto dello storico obiettore di coscienza Giuseppe
Bruzzone. Vorrei
partire da questa constatazione. Oggi, in questo periodo storico, ci fosse una
guerra con le armi esistenti "affinate, migliorate" nel tempo, anche
tra uno o più Stati, tutti gli altri, anche se non lo sono, ne sarebbero
comunque coinvolti. Lo sanno bene tutte le strutture militari di ciascun Paese.
In un silenzio generale di politici e militari però, si continua a parlare di
"difesa”. Ammazzare altri, anche se non c'entrano, non sembra preoccupare;
non mi pare che la radioattività sia consigliata nei luoghi di cura, e i fumi
radioattivi mossi dai venti, non chiedono la carta di identità a nessuno. E il
cosiddetto inverno nucleare, senza sole, con le conseguenze devastanti nel
campo alimentare e climatico che comporta, non riguarda tutti i cittadini del
mondo, e gli stessi belligeranti? Tutto questo è "difesa" o
distruzione?Questa realtà, che le
stesse forze pacifiste, a mio parere, non sembrano evidenziare con la dovuta
attenzione, non indica che ormai siamo giunti a un punto di non ritorno con
l'uso della nostra violenza delegata agli Stati e alienata in queste armi di
distruzione di massa? Dobbiamo continuare con questo andazzo per cui le armi
sono comunque un vantaggio economico e un deterrente, per cui non si pensa al
"dopo"? Arma dopo arma e deterrente dopo deterrente, ricordiamoci che
l’inevitabile può accadere anche solo per errore. E allora i vantaggi economici
e la deterrenza a chi vogliamo regalarli? A chi ha deciso di schiacciare il
fatale bottone? Ci si illude di blindarsi in un bunker superprotetto pensando
di farla franca, o forse si dà retta ai recenti consigli delle autorità americane
sulle regole per la lotta al virus. Credono che basti cercare un rifugio e avere
la mascherina e il disinfettante contenente almeno il 60% di alcool per
combattere il Covid in caso di attacco nucleare. Ci
saranno ancora i colori e la luce, per chi ne uscirà vivo in qualche modo, se
ne uscirà vivo? No, ci sarà l'inverno nucleare... I militari e i politici non
lo sanno? È difficile sentirsi umani senza rinnegare la nostra storia personale
e di gruppo; vivere in un Pianeta "umano" nel rispetto di tutti e con
tutti, Natura compresa, perché ci ha dato la vita, almeno quella terrena, per
chi si accontenta, e vorrebbe che l'intelligenza, la riflessione elaborate nel
tempo con l'insegnamento dei tanti errori compiuti, spingessero per un cambiamento.
Dovremmo in massa dire NO a tutte le guerre e firmare, Stati e Governi per
primi, il Trattato contro la Proliferazione della Armi Nucleari - il TPAN
- Giuseppe
Bruzzone Milano
4 nov. 2021