Pubblicata dalle Edizioni Momenti (pagg. 74 € 14,90)
l’Autobiografia romanzata di Giuseppe Denti non è affatto una
narcisistica esaltazione del proprio io, come accade a molte biografie. È,
invece, una miniera di notizie che partendo dal suo autore, si allarga alla
storia e alle vicende artistico-culturali e sociali fondamentalmente della
città di Milano dove Denti ha a lungo operato e tuttora opera (è stato
attivissimo nel Comitato “Odissea” per Turoldo, ed è attivo nel Comitato Amici
di Turoldo) e nella città lacustre di Bellano dove ha vissuto e dove ha una
casa. C’è la tremenda strage di Piazza Fontana del 1969, ma ci sono le mostre,
le performance, le tante iniziative culturali e politiche, i contatti, le
gallerie, i personaggi, i luoghi di una Milano vitalissima, attiva, ma anche
ferita, indifferente, borghese, ostile a certe ardite sperimentazioni. Non
dimentichiamo che Denti è fondamentalmente un artista e dunque è di arte e di
iniziative d’arte che ci parla, ma è un artista che è stato impegnatissimo nel
fermento civile della città che si è concretizzato non solo con la creazione di
dipinti, di immagini, ma di un’arte che si è schierata, ha preso posizione, ha
“esposto” immagini che erano pensiero, per sostenere campagne che dalla
contestazione prendevano avvio e incidevano sul sentire collettivo. Fotografia,
grafica, assemblaggi scultorei usando materiali fra i più diversi, video,
riviste, insomma una pluralità di linguaggi e una panoramica di eventi, luoghi,
personaggi della cultura (molti dei quali scomparsi) che hanno avuto una
notevole influenza nel dibattito non solo milanese, per oltre mezzo secolo. (A.
G.)
