Il
9 dicembre il Municipio di Nuova York (!) ha approvato una serie di misure e
obblighi legali per la città, per disinvestire sul nucleare, educare alla pace
e, soprattutto chiedere al Governo degli Stati Uniti di aderire al Trattato di
Proibizione delle Armi Nucleari. Un fatto direi straordinario, umano e
politicamente corretto in netta contrapposizione con la modalità attuale del
"Noi siamo la nazione più importante del mondo e gli altri si
adattino", in questi tempi " atomici" e di un Progetto Manhattan
che ha fatto il suo tempo e compiuto i suoi disastri. Ci
si ricordi che anche la nostra Milano, il 27 aprile 2018, ha approvato una
mozione dei Consiglieri Pantaleo, Corrado, Sollazzo, Barberis, Bossi Moratti,
Pirovano, Rizzo, Limonta, Fumagalli che invita il Consiglio Comunale, il
Sindaco e la Giunta ad "Evidenziare al Governo italiano, con la consapevolezza
di considerare Milano una città di Pace, e l'importanza della sottoscrizione e
ratifica di questo Trattato dell'ONU affinché gli scopi e i principidella Carta di fondazione delle N. U. veda
quanti più Paesi decisi a non abdicare al ruolo di custodi della Pace,
dell'Ambiente e dell'Umanità".E
tante altre realtà istituzionali italiane grandi e piccole, vedi quelle del bresciano
in modo particolare, si sono espresse per il riconoscimento del Trattato e per
l'allontanamento delle bombe nucleari che si sanno depositate nelle loro
vicinanze. C’è un altro "momento" che ha il suo peso, un appello agli
Stati, di 50 fisici Premi Nobel, tra cui gli italiani Rubbia e Parisi,
presentato da un altro fisico attento ai temi "sociali", Carlo
Rovelli. Appello che riguarda le spese militari da ridursi del 2% annuo per 5
anni e il cui ricavato andrebbe utilizzato per spese varie, sanitarie,
climatiche e comunque per una migliore condizione di vita ove necessario. C'è
da domandarsi se ci sarà una qualche reazione da parte del nostro Parlamento, i
cui nominati hanno ricevuto - non da molto - un invito alla firma e ratifica
del TPAN da partedel gruppo pacifista
di Pace e Disarmo, dopo queste notizie. Giuseppe
Bruzzone