Forse
è anche colpa della pandemia tutto quello che accade ogni giorno nei nostri
centri abitati, dove, a scadenza fissa, si assiste all’esplosione di vere e
proprie follie che interessano soprattutto i giovani non solo di periferia ma
anche della società benestante. Mi riferisco alle aggressioni, agli stupri,
agli attacchi alle istituzioni come Sindacati, ospedali, Forze dell’Ordine,
anziani inermi, medici nell’esercizio della professione, scuole pubbliche, ed
ogni altra realtà con finalità sociali. Tutta questa degenerazione mi ha fatto
venire in mente, e non so perché, il vecchio assalto dei leghisti al campanile
di Venezia con camion trasformati in carri armati per dare l’impressione di un
vero e proprio attacco allo Stato. Ma la mia mente, a questo punto, è corsa
anche alla squallida immagine di Salvini, quando, come un teppistello di primo
pelo, andava a bussare al citofono di un condominio, preso a caso, per chiedere
se lì abitasse uno spacciatore di droga! Riflettiamoci sopra, che differenza
c’è fra un atto di questo tipo e l’aggressione fatta ad una giovane donna, a
cui strappano i vestiti e mettono le mani addosso, come è avvenuto in questi
giorni, pure in mezzo alla folla, nella piazza del Duomo di Milano? L’una a
l’altra violenza, l’una e l’altra rozzezza, credo, siano riconducibili alla
medesima matrice di involuzione verso la barbarie di una società non più
civile. Quando si legge, per fare ancora un esempio, che l’anzia-na senatrice a
vita Elena Cattaneo è stata aggredita e derubata in pieno giorno nella stazione
ferroviaria di Milano, allora viene spontanea la domanda sul perché di tanta
degenerazione, sulle cause di tanto degrado, che certamente non può essere rubricato
come fenomeno fisiologico di tutte le società di ogni tempo. Qualcuno
tenta di spiegare il tutto come conseguenza profonda della pandemia, che
avrebbe diffuso in lungo e in largo un sentimento di scoramento e di sfiducia,
minando ogni certezza, diffondendo atteggiamenti distruttivi di ogni valore
morale, di ogni regola di comportamento, in nome di una non ben definita
libertà individuale. Io credo invece che il fenomeno sia molto più complesso, e
che le cause alla base di esso siano molteplici, non esclusa certamente quella
della pandemia, che ormai da troppo tempo angustia e mette a dura prova la
nostra stessa ragione di vita. Ma quali sono le ragioni di alcuni assurdi movimenti
dei no vax, della condotta scellerata di interi branchi di giovani, che
assaltano la diligenza in pieno giorno; le ragioni di alcuni medici,
infermieri, scienziati premio nobel, filosofi di grido e rampolli di altolocate
famiglie americane, che si danno appuntamento per abbaiare contro quel poco di scienza,
che è la sola arma disponibile per difenderci dai terribili mali che madre natura
periodicamente ci manda?
È
difficile, molto difficile spiegare tutto questo, ma una cosa è certa: non si
può tollerare oltre la violenza che da ogni parte dilaga nella società, creando
panico e incertezze che minano alla base lo stesso vivere civile. E allora ci
chiediamo come mai lo Stato di diritto, in una tale situazione di emergenza,
non utilizza l’enorme potenziale dell’esercito per difendere i luoghi più sensibili?
Non si tratta, beninteso, di una richiesta di militarizzazione del territorio,
ma di un modo diverso di difesa dei luoghi più esposti agli attacchi di
scalmanati, che evidentemente tendono a trasformare i luoghi della democrazia
in una Vandea. Accanto a tutto questo bisogna avviare con urgenza però una
ripresa dell’azione formativa della scuola, che ormai fa acqua da tutte le
parti, sostenere le famiglie e ripensare una nuova politica in grado di
riguadagnare il primato sul potere finanziario, che in questi ultimi decenni ha
sostenuto mostruose rendite parassitarie a favore di poche lobby sempre più
ricche, che hanno finito per emarginare nella povertà interi popoli. Da
qui l’urgenza che la politica riprenda il suo ruolo e il suo primato,
promuovendo un’economia diffusa attraverso il rilancio di grandi opere
pubbliche, come il risanamento del territorio, dilaniato dalla speculazione
edilizia, dall’inquinamento con scarichi tossici e dall’abbandono sistematico
all’incuria; ma anche, per esempio, rilanciando la difesa e valorizzazione dei
beni culturali, di cui il nostro Paese è così ricco da poterne fare una fonte
inesauribile di occupazione e di economia. Proprio
per questo, la politica deve riappropriarsi del suo ruolo egemonico, e
promuovere, fra l’altro, come arbitro al di sopra delle parti, gli interessi
generali di fronte agli egoismi di pochi, che tendono ad accentrare nelle
proprie mani privilegi sempre più grandi, così come avviene oggi con il mondo
globalizzato della produzione delle merci, regolato esclusivamente dalla logica
del massimo profitto. Una economia, questa, aberrante, disumana che non ha nessuna
attenzione per le condizioni in cui il lavoratore reificato presta la sua
opera; e così nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, in assenza di rispetto
dei più elementari principi di sicurezza, ogni giorno si assiste ad incidenti
mortali, di fronte ai quali si grida solo allo scandalo senza che governo,
sindacato e politica, assenti, muovano un dito per cambiare realmente le cose!
Una
logica, questa, che ha finito per creare sacche sempre più estese di
alienazione e povertà, condannando interi continenti a nuove forme di schiavitù
e di estrema precarietà. Se di tutto questo si vuole avere un’immagine
plastico-figurativa ravvicinata, si pensi alle condizioni miserabili in cui si
condannano a vivere centinaia di migliaia, milioni di emigrati nelle
‘baraccopoli’ di cartone, in mezzo ai liquami, sotto il solo cocente e nei
rigidi freddi invernali, in Italia e nel resto della ‘civile’ Europa! Queste
drammatiche tematiche non possono essere lasciate al solo volontaristico
anatema di Papa Francesco, che fra l’altro viene sconfessato anche da una parte
delle sue gerarchie e dei fedeli, che lo accusano di essere ‘comunista’. Queste
tematiche invece devono diventare pane quotidiano di lotte e di rivendicazioni
da parte di tutto il mondo del lavoro, tenendo presente che la nuova
rivoluzione tecnologica sta favorendo la perdita di buona parte dei diritti
conquistati durante la precedente rivoluzione industriale. E
stiamo certi che, fino a quando la politica e i suoi governi non risolveranno strutturalmente
queste contraddizioni, e come lo struzzo nasconderemo il capo nella sabbia,
facendo finta di niente, anche il Covid e altre pestilenze avranno terreno più favorevole
per crescere e svilupparsi; e una parte dei no vax, che manifesta più che altro
contro il modo di affrontare la pestilenza, avrà pure qualche ragione di far
sentire la sua voce.