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domenica 13 febbraio 2022

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione 



La schizofrenia milanese.
 
Milano non conserva, e amministratori e cittadini se ne vantano. In piccolo è successo anche al bel murale di Corso di Porta Romana riprodotto sul muro d’angolo del palazzo del numero civico 111, quello realizzato dove prima campeggiava una gigantesca bacheca per inserti pubblicitari. La facciata è bella, la casa è stata progettata da Piero Portaluppi negli anni Venti del Novecento, ma il muro di fianco no. La decisione, dunque, di far riprodurre un murale da Cosimo Caiffa (più noto con il nome d’arte di Cheone) era stata saggia. Cheone vi aveva riprodotto una facciata dalle forme mosse e quasi “liquide”, in parte alludendo proprio a Casa Maiocchi, con colori vivaci e di forte suggestione per lo sguardo dello spettatore. Chi se la trovava davanti veniva colto di sorpresa e, come nel trompe-l’oeil, l’inganno dell’artista gli dava la sensazione di trovarsi davvero davanti alla facciata di un altro edificio. I colori vivaci, poi, davano un guizzo di allegria a quel grigiore tipico della città che la intristisce. Piaceva a chiunque lo vedesse questo murale, ma non abbiamo fatto in tempo ad abituarci alla sua presenza che la schizofrenia milanese lo ha eliminato. Al suo posto sono state fatte dipingere, sempre da Cheone, due mani a forma di ciotola dal cui incavo si libra in ogni direzione un nugolo di farfalle variopinte. 

Niente da obiettare sul fascino dell’immagine, semplicemente mi chiedo che ragione c’era di eliminare il precedente, tra l’altro molto più pertinente, considerata l’adiacenza al palazzo cui si ispirava. Non era più logico utilizzare per questa nuova opera un altro dei tanti muri degradati che abbondano in città? La loro disseminazione avrebbe col tempo recuperato degli angoli banali e avrebbe incrementato la nascita di una sorta di museo cittadino all’aperto di buona qualità. Peccato. Voglio sperare che la stessa sorte non tocchi al bel murale realizzato in Corso Lodi. Con le sue lettere colorate disposte come in una sfida che ci invita ad aguzzare lo sguardo vanno a comporre la scritta: “Porta Romana Bella”. Il dipinto ha ingentilito un muro da tempo scrostato e poco piacevole a vedersi.