SPIGOLATURE
di
Angelo Gaccione
Milano. Quel che resta di una fontana
La fontana di via Corridoni.
Giorni fa riflettevo su un dato
inquietante: tutti i bipedi che si sono distinti (e si distingueranno) per
efferata ferocia e ogni sorta di comportamento nocivo nei confronti di altri
esseri umani e della società, sono stati bambini. Con la definizione di bambini
intendo, ovviamente, ambedue i sessi. Bambini alla cui vista ci sentiamo
felici e diventiamo teneri, protettivi, prestando loro la massima attenzione.
Esserini indifesi a cui nonni e genitori rimboccano amorevolmente le coperte, e per i quali sono disposti a mille sacrifici. Soprattutto ai giorni nostri in cui ci si
rivolge loro con i più delicati vezzeggiativi. Amore e tesoro
sono i più diffusi e sono entrati come un’abitudine, un intercalare, nel
lessico delle giovani coppie e anche dei nonni. Niente a che vedere con le
generazioni nostre o quelle dei nostri padri; a quell’epoca tutto questo
“miele” era assente e ne siamo stati privati.
Sono stati bambini anche i teppisti che si sono divertiti a
sfregiare la fontana di via Corridoni, quella di fronte al Liceo Scientifico
“Leonardo Da Vinci” a due passi dal Conservatorio “Giuseppe Verdi” e da Santa
Maria della Passione nella cui Sala Capitolare si trovano i preziosi affreschi
del Bergognone e in uno degli altari quella magnifica Ultima Cena di
Gaudenzio Ferrari. Sono stati bambini anche i loro genitori che non li avevano
di certo educati a diventare vandali, e lo sono stati gli indifferenti abitanti
di queste vie centrali e lussuose, che non se ne sono minimamente preoccupati.
O forse qualcuno di loro invece sì, e lo ha segnalato agli amministratori
comunali della Giunta del Signor Sindaco Giuseppe Sala detto Beppe, mostrando
senso civico e attaccamento al bene collettivo, ma davanti allo scempio il
Comune e i suoi reggitori non si sono scomposti né battuto ciglio, e hanno
lasciato la fontana nella vergognosa condizione di sporcizia e di degrado in
cui versa. Magari è successo come è accaduto a me che ho segnalato invano con
una telefonata alla dottoressa Antonella Dell’Acqua, responsabile della
segreteria del sindaco Sala, lo stato di disordine e di insopportabile
illegalità del mercato rionale che si svolge al venerdì tra le vie Piacenza,
Crema e Giulio Romano. La dottoressa è stata gentilissima e mi ha suggerito la
e-mail a cui inviare la segnalazione. In verità di e-mail ne ho mandato
qualcuna in più: oltre al sindaco ho inviato al vicesindaco Scavuzzo e agli
assessori Censi e Grandi. Risultato? Il silenzio più assoluto. E i venerdì
successivi si è ripetuto il disordine e l’illegalità che dura da anni, sotto
gli occhi di una nutrita pattuglia di Vigli che “non vigilano”. Per cui gli
anziani e le mamme con le carrozzine hanno continuato a procedere in mezzo alla
strada perché i marciapiedi li occupano abusivamente i furgoni degli ambulanti,
le strisce pedonali come d’abitudine vengono sommerse di mezzi di ogni tipo e
le vie impraticabili. Più di un residente si è chiesto se dovesse verificarsi
un’urgenza che cosa accadrebbe alle ambulanze o a un mezzo dei Vigili del
Fuoco. La gente del quartiere è disillusa e io non voglio rassegnarmi a dare
ragione a chi sostiene che bisognerebbe ricorrere a metodi duri per farsi
ascoltare. Di sicuro devo dare ragione allo scrittore Pitigrilli
quando sostiene che purtroppo il difetto dei bambini è che crescendo diventano
uomini. E anche donne, aggiungo io; e sindaci, e assessori, e amministratori.
Milano. Quel che resta di una fontana |