Perché dire No all’inserimento nell’Ue dell’energia
nucleare fra le fonti di energia “verdi”. Appello agli
europarlamentari. Occorre respingere la colossale operazione di
greenwashing che ci viene prospettata con questa proposta della Commissione UE. La Commissione UE il 2
febbraio 2022 ha varato l’atto delegato che inserisce il nucleare il gas tra le
tecnologie per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Noi sottoscritti,
impegnati con associazioni e personalità verso il coordinamento antinucleare
europeo, invitiamo il Parlamento europeo a respingere tale testo, come è nelle
sue facoltà, se viene raggiunta la maggioranza assoluta di 353 eurodeputati che
votano NO. Con particolare riferimento all’energia nucleare,
consapevoli che il suo ruolo essenziale è, al di là di ogni altro pretesto e
giustificazione, quello produrre una presunta potenza geopolitica in modo
incompatibile con i progressi verso il disarmo e la pace, sottolineiamo i
seguenti aspetti critici: 1. L’energia nucleare non è una fonte di
energia rinnovabile: infatti l’uranio e il torio, elementi indispensabili anche
per i cosiddetti reattori di quarta generazione, è presente sulla terra in
quantità limitate, destinate quindi all’esaurimento. 2.Non è vero che l’energia nucleare sia
priva di emissioni di CO2: considerando l’intero ciclo, dall’estrazione dei
materiali radioattivi, alla costruzione della centrale e alla sua dismissione
definitiva, la CO2 emessa per MWh prodotto è pari a circa 100-150 kg, contro i
600-1200 kg delle fonti fossili tradizionali, i 45-90 kg del fotovoltaico, e i
15-25 kg di eolico e idroelettrico (fonte: Life cycle energy and greenhouse gas
emission of nuclear energy: A review, di Manfred Lenzen, ScienceDirect 2008). 3. I rischi di incidenti nucleari sono
già stati gravi e catastrofici, come dimostrato dagli incidenti di Three Miles
Island (Stati Uniti 1979) e soprattutto Chernobyl (Ucraina 1986) e Fukushima
(Giappone 2011). I rischi saranno ulteriormente accresciuti da eventi naturali
di grande intensità collegabili ai cambiamenti climatici già in atto. Un
disastro nucleare rende inutilizzabile per secoli vaste zone di territorio,
oltre a produrre una catastrofe umanitaria. 4. Le scorie nucleari restano
radioattive per decine o centinaia di migliaia di anni e a tutt’oggi non esiste
al mondo una soluzione adeguata e già operativa per il loro stoccaggio.
Mantenere il controllo e assicurare la sicurezza ambientale per tempi così
lunghi è pura utopia. 5. Il costo dell’energia nucleare è oggi
più del doppio di quello da fotovoltaico. Nel mondo nessun impianto nucleare
viene costruito se non ci sono finanziamenti pubblici. Se l’energia
nucleare venisse inserita nella tassonomia “verde” europea toglierebbe enormi
risorse al finanziamento pubblico delle vere energie rinnovabili, facendo
frenare il processo virtuoso in atto che va invece accelerato se vogliamo
raggiungere gli obiettivi del 2030 e del 2050. 6. L’energia da nucleare costituisce
comunque una fonte marginale e senza futuro in un mondo che aspiri ad un
futuro. Rappresenta non più del 10% dell’energia elettrica prodotta nel mondo e
soddisfa circa il 2% dei consumi mondiali di energia. Questa quota potrà
cambiare di poco se si vogliono mantenere standard “accettabili” di sicurezza
tenuto conto dell’età media (≈ 35 anni) dei 440 reattori attualmente in
servizio, limitare la quantità di scorie prodotte e non esaurire velocemente le
fonti di combustibile disponibili. 7.La prospettiva dei “mini e micro”
reattori nucleari è ancora più dannosa perché produrrebbe una diffusione sul
territorio di impianti a rischio, con accresciute difficoltà ad esercitare un
controllo efficace sulle scorie radioattive e quindi a garantire la sicurezza
delle popolazioni e dell’ambiente. 8. Gli studi sulla quarta generazione di
reattori sono iniziati nel 2001 e ad oggi non sono progrediti apprezzabilmente
e non è stato trovato uno schema che possa risolvere tutti i problemi sopra
elencati. La Germania chiuderà le sue ultime centrali nucleari entro il 2022. 9. I tempi per costruire una centrale
nucleare sono in media di 10 anni, quindi, il contributo per raggiungere gli
obiettivi energetici e di riduzione della CO2 al 2030 è in pratica nullo. 10. Ultimo e non da ultimo,
in un mondo di guerre e di conflitti, la diffusione dell’energia nucleare
favorisce la proliferazione di armamenti nucleari e di prodotti fissili e/o
radioattivi utilizzabili a fini terroristici, con conseguenze gravissime per
l’intera umanità. Essa crea la base tecnica di materiale fissile potenzialmente
impiegabile, con successive lavorazioni, per usi militari, in primo luogo da
parte di attori statali alla ricerca di “grandeur” a livello globale o
regionale.
Tutti questi motivi, che hanno ispirato da decenni la
nostra azione antinucleare di ecopacifisti pragmatici, tanto da risultare
addirittura “identitari” per l’ecologismo politico, dovrebbero spingere donne e
uomini di buona volontà, quale che sia la loro cultura di riferimento, a
respingere la colossale operazione di green-washing che ci viene prospettata
con questa proposta della Commissione UE. Lo ribadiamo in conclusione:
concentriamo le risorse su un modello rinnovabile al 100 per cento e non
danneggiamo, con scelte sbagliate, al tempo stesso, il clima, la sicurezza e le
tasche dei cittadini europei!
Alfonso Navarra - Disarmisti esigenti Antonia Sani - WILPF Italia Luciano Benini - MIR Italia