Fermare
il Ddl Concorrenza, difendere acqua, beni comuni, diritti
e democrazia. Come
se la pandemia non avesse evidenziato i fallimenti del mercato e la necessità
di una radicale inversione di rotta, il governo Draghi accelera
nell'approvazione del disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, riforma
messa in campo per poter accedere ai fondi europei del PNRR. Si
tratta di un manifesto ideologico che, dietro la riproposizione del mantra "crescita, competitività,
concorrenza" si prefigge una nuova ondata di privatizzazioni di beni
comuni fondamentali, dall'acqua all'energia, dai rifiuti al trasporto pubblico
locale, dalla sanità ai servizi sociali e culturali. Si
tratta di un attacco senza precedenti, che espropria le comunità locali dei
beni comuni, dei diritti e della democrazia e che stravolge il principio di
sussidiarietà sancito dalla Costituzione, azzerando la storica funzione
pubblica e sociale dei Comuni, trasformati in enti il cui ruolo diviene
unicamente quello di predisporre la privatizzazione di tutti i servizi pubblici
locali. Si tratta di un attacco complementare a quello già portato avanti con
il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata: se con quest’ultima
si amplificano le diseguaglianze fra i territori, con le norme sulla
concorrenza si amplificano le diseguaglianze fra gli abitanti all’interno di
uno stesso territorio. Non potendo più contare sul consenso sociale - nel 2011
la maggioranza assoluta degli italiani aveva votato Sì al referendum contro la
privatizzazione dell'acqua e dei beni comuni – il governo Draghi ha deciso di
imporre le politiche liberiste, utilizzando il clima di emergenza e contando
sulla rassegnazione sociale. Abbiamo già sperimentato cosa significano le
privatizzazioni dei beni comuni e dei servizi pubblici: nessuna cura delle
risorse naturali, peggioramento quantitativo e qualitativo dei servizi, aumento
esponenziale delle tariffe, fine di ogni controllo democratico sulla loro
gestione. Ne abbiamo una lampante dimostrazione nelle pesantissime bollette di
gas, luce e acqua ricevute dalle famiglie questo inverno e inizio primavera. Le
privatizzazioni peggiorano drasticamente anche i diritti del lavoro, riducendo
l’occupazione e i salari, aumentando lo sfruttamento e la precarietà, ed
espropriando la conoscenza sociale prodotta da decenni di lavoro pubblico. Veniamo
da un periodo di emergenza sanitaria, siamo immersi dentro una drammatica crisi
eco-climatica e dentro un drastico peggioramento delle condizioni di vita delle
persone, ed ora anche dentro una nuova guerra all'interno dell'Europa. Affrontare
queste sfide richiede un radicale stop a un modello sociale basato sui
profitti, per costruire un'altra società fondata sul prendersi cura, sulla
riappropriazione sociale dell'acqua e dei beni comuni, sulla gestione
partecipativa di tutti i servizi pubblici. Per
questo, lanciamo una campagna contro il DDL Concorrenza e chiediamo a tutte le
realtà politiche e sindacali, alle realtà sociali e di movimento, a tutte le
comunità territoriali e agli Enti Locali di mobilitarsi per chiedere lo stralcio dell'art. 6, lo stop ai provvedimenti su
sanità, servizi sociali, trasporti, rifiuti, energia e l'apertura di un
ampio dibattito pubblico sulla gestione dell'acqua, dei beni comuni, dei
servizi pubblici. Sono in gioco i nostri diritti fondamentali, il diritto a una
vita dignitosa e a un futuro diverso per tutte e tutti. Non possiamo
consegnarlo agli indici di Borsa. Aderenti: Comitato Acqua Bene Comune Beni Comuni - Provincia di Lecce, ISDE
- Medici per l'Ambiente, USB