“Con il grano si fa il pane, con la Nato si fa la
guerra”. A. G. Che questa sia una guerra tra Russia e Nato
dovrebbero averlo capito pure i muri. Se si combatte sul territorio ucraino
(per ora) è per una ragione molto semplice: agli americani piace fare la guerra
in casa d’altri; e infatti da loro non ne hanno avuta una (per ora). Se non
fosse così, questa guerra non sarebbe mai cominciata e gli americani
l’avrebbero impedita obbligando l’Ucraina a negoziare, come hanno obbligato
l’Italia a disdire ogni collaborazione con la Cina per la “Via della seta” e gli
altri accordi di tipo economico. Attizza il fuoco perché la guerra è in Europa,
lontana dal suo territorio (per ora) e le distruzioni e le morti non le
riguardano (per ora). Si dà il caso, però, che i missili intercontinentali a
testata nucleare dei russi impiegano all’incirca mezz’ora per raggiungere
Washington e New York, e quelli americani altrettanto per raggiungere Mosca e
San Pietroburgo. Da Mosca a Roma una manciata di minuti e da Mosca a Berlino un
battito di ciglia. È questo
su cui dovrebbero riflettere i guerrafondai italiani e quelli delle altre
nazioni che in tempo di pace dicono peste e corna dei loro governanti e in
tempo di guerra ne diventano i più accaniti e fanatici sostenitori.
Probabilmente le immagini di morte e distruzione che vedono per televisione in
Ucraina, non sono abbastanza convincenti. E forse neppure quelle di Hiroshima e
Nagasaki oramai troppo lontane. Bene, spingete a più non posso
sull’acceleratore, invitate governi e militari a fare in fretta: 13 mila
ordigni nucleari sono pronti. Ma vi domando: avete genitori, figli, nipoti,
affetti, animali domestici, case, conti in banca, ecc. ecc.? A quanto pare no o
poco vi importa, visto come siete determinati. Ma dovete sapere che appena
cadrà il primo missile sulle nostre belle città, non rimarrà nulla di voi e di
ciò che avete di più caro. E tanto meno della libertà e della democrazia che vi
stanno tanto a cuore. Siete avvertiti.