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martedì 8 marzo 2022

Confronti
SANZIONI E VOTO
di Romano Rinaldi


 

Considerazioni di un incompetente sulle sanzioni contro la Guerra in Ucraina.
 
Come ho già scritto altrove, le sanzioni alla Russia, per essere efficaci, devono avere un impatto confrontabile con quello delle armi che i capi del Cremlino hanno deciso di usare contro l’Ucraina. Quando si spara con un’arma, per esempio un fucile, bisogna anche essere pronti al "rinculo"... "Noi" spariamo sanzioni e dobbiamo assorbire l'urto dalla parte del “calcio”; si dovrà dunque prestare molta attenzione, tenere ben saldo nelle mani quel fucile e imbracciarlo correttamente per evitare di farsi rompere i denti dal calcio, appunto. Una metafora anche troppo facile da capire.
Dall’altra parte, a ricevere i colpi delle nostre sanzioni, purtroppo c’è un popolo che, al pari di quello ucraino, ha pochissima o punta colpa per la situazione in cui si trova. Infatti le colpe ricadono sugli uomini (leggi esseri umani) che compiono le scelte, tra le quali è compresa da quale parte stare del fucile, quella del calcio o quella che guarda dritto dentro la canna. Quando tali scelte non vanno più bene al popolo, solo allora questo dovrà provare a riprendersi quella sovranità di cui molti capi-popolo abusano anziché gestirla per il bene del popolo stesso.
Le armi a disposizione del popolo sono sempre le stesse, il consenso o il dissenso. Questi si possono esprimere in vari modi, a seconda dell’assetto politico del Paese. In tutta l’Unione Europea ci siamo abituati gradualmente e a partire da 77 anni fa per i primi Paesi che hanno cominciato a credere nell’Unione Europea, ad usare il voto come unica arma di consenso o dissenso. Purtroppo, altre Nazioni che pure geograficamente e culturalmente fanno parte dell’Europa, non hanno avuto la stessa fortuna. Altre, persino all’interno dell’Unione, sembrano non aver ancora percepito la differenza tra governo democratico, governo autocratico o peggio, dittatoriale. 
Comunque andrà a finire questa gran brutta faccenda della guerra all’Ucraina, decisa unilateralmente dal governo della Russia, in Europa dovremo ricominciare a pensare ai “fondamentali” ovvero ai principi fondanti la convivenza pacifica e democratica e speriamo possa continuare a prosperare l’Unione Europea degli stati che hanno deciso di aderirvi.
Solamente rafforzando e portando a compimento l’Unione anche in senso politico potremo continuare a sentirci protetti, in Europa, dalle eventuali mire egemoniche di altri regimi di tipo autocratico, autoritario o dittatoriale che si sono finalmente appalesati per quello che sono. Nel caso dell’UE si tratterà necessariamente di dover cedere almeno una parte della sovranità nazionale per mettere a comune nell’Unione gli altri fattori che distinguono una entità politica unitaria e coesa. Quindi, oltre alle regole di mercato e di libertà di movimento per le merci, le risorse economiche, la moneta e le popolazioni, i Paesi dell’Unione dovranno dotarsi di regole comuni anche in molti altri campi richiesti dalla convivenza tra popoli che vogliano condividere i vantaggi che l’Unione può offrire a tutti e a tutti gli effetti. Non sta certo a me definire i contorni precisi di tale operazione tuttavia, tanto per cominciare, si dovrà mettere mano in prima battuta alla gestione di politiche comuni di difesa. Questo abbiamo già toccato con mano e possiamo solo sperare, tornando alla metafora iniziale, di non dover mai imbracciare, di persona, fucili diversi da quello delle sanzioni economiche.