CRIMINALI DI GUERRA A Bruxelles l’Europa di pace contro l’Europa di guerra.
Tre vertici a Bruxelles per un’unica linea dettata
dagli USA. Gli stessi giorni, contemporaneamente, il 24 e il 25
marzo, insieme al vertice del G7, si tengono a Bruxelles sia il summit NATO che
il Consiglio UE. In tutti gli incontri sarà presente in persona il presidente
USA Joe Biden. La domanda che sorge spontanea è: chi darà la linea a chi? La
NATO alla UE (Biden a Scholz e Macron) o la UE alla NATO (i leaders
europei all’America)? La risposta è semplice, se si guarda a quanto sta
avvenendo nei Palazzi e nei parlamenti europei, dove ci si allinea al nuovo muro
contro l’Est e si votano bilanci militari al 2% del PIL. L’invasione russa
dell’Ucraina strumentalizzata per il rilancio del riarmo, del nucleare, dei
combustibili fossili. In nome di una diversificazione urgente dal valore
strategico La linea la daranno gli USA per il tramite della NATO.
Lo faranno approfittando della crisi ucraina, da lungo tempo in essere,
diventata oggi guerra grazie all’ingiustificabile e imperdonabile colpo di
testa di Putin (l’aggressione militare all’Ucraina va condannata senza se e
senza ma). Scontro armato sul terreno della ex-Repubblica sovietica tra
esercito russo e esercito ucraino (per disgrazia della popolazione civile,
assistito dalle armi NATO, incluse quelle italiane) ma anche e soprattutto
guerra economica globale che gli USA stanno dichiarando alla Cina. Ma attaccano
per l’intanto il “nemico” russo con sanzioni mal concepite che rischiano di
risultare più distruttive per chi le impone, in particolare per l’Europa. È
paradossale che il clima di guerra sia usato per giustificare una corsa verso
le fonti fossili di energia (gas, petrolio e carbone) ed il rilancio del
nucleare cosiddetto civile invece di accelerare la conversione energetica
rinnovabile, a parole da tutti perseguita. A Bruxelles il 27 marzo l’alternativa ecopacifista. Veramente vogliamo ancora rischiare la guerra
nucleare, esplicitamente minacciata, per una contesa su dove devono essere
situati i confini tra l’impero americano (inclusivo del blocco atlantico) e il
nuovo impero russo sognato da Putin? Oltre alle citate scadenze del 24 e 25
marzo, il 27, sempre a Bruxelles, la società civile belga, con alla testa le
organizzazioni ecopacifiste e con l’obiettivo di fermare la guerra, mobilita “l’Europa
per la pace” in una manifestazione cui saremo collegati dall’Italia, dalla
Germania e dalla Francia, per cominciare ad incardinare una “alternativa
programmatica” che vogliamo sempre più definita e concreta. Le parole d’ordine del Coordinamento antinucleare e
disarmista europeo. Stiamo costruendo un “coordinamento antinucleare e
disarmista europeo” e vorremmo presentare con i nostri amici belgi i nostri
obiettivi e la nostra strategia di pace in una sede istituzionale del
Parlamento europeo, quando le normative anticovid lo consentiranno. Puntiamo in
esso a costruire un ponte nonviolento tra i “nemici”. Le nostre parole d'ordine
sono le seguenti: FERMIAMO IL CONFLITTO MILITARE IN UCRAINA CON L'UNIONE
DEI MOVIMENTI ECOPACIFISTI EUROPEI (RUSSI E UCRAINI INCLUSI)! -FERMIAMO LA GUERRA ECONOMICA ED ENERGETICA CHE STA
MONTANDO A LIVELLO GLOBALE! -CHIUDIAMO IN TUTTA EUROPA I REATTORI NUCLEARI E GLI
IMPIANTI NUCLEARI! ALTRO CHE TASSONOMIA PER FINANZIARLI! - ESIGIAMO IL DISARMO, A PARTIRE DALLE ARMI NUCLEARI
GIA’ PROIBITE DA UN TRATTATO ONU! - LAVORIAMO INSIEME PER IL MODELLO ENERGETICO
RINNOVABILE: LA PACE CON LA NATURA SARA' LA STRADA PER CONSOLIDARE LA PACE TRA
GLI ESSERI UMANI!
Le tre partite per l’unico campionato dell’Europa di
pace. La nostra strategia la denominiamo, per intenderci,
“tre partite per un unico campionato sul destino dell’Europa”: la partita
locale dei piani energia e clima (PNIEC); la partita europea del rifiuto della
tassonomia UE pro nucleare e pro gas (si decide con un voto del Parlamento
europeo a luglio); la partita globale della denuclearizzazione come strada concreta
per ottenere lo scioglimento dei patti militari e la fuoriuscita dalla logica
degli Stati-potenza (in essa si gioca anche la neutralità attiva dell’Europa). Neutralità attiva: per fermare la guerra l’Europa
istituzionale deve proporsi come mediatrice, non come cobelligerante dietro le
quinte Volere la pace e perseguirla significa, a partire dai
rapporti di forza dati, muoversi per fare entrare in campo, esercitando la
pressione dal basso, soggetti istituzionali che abbiano reale potere
decisionale, con l’abilità di supportare negoziati che si mantengano entro i
binari del diritto internazionale e dei suoi organismi. Dobbiamo continuare a
lavorare per un ruolo da protagonista dell’Unione Europea nel mediare tra USA e
Russia (e anche la Cina), in autonomia (la “neutralità attiva”), per conseguire
la pace, un obiettivo già iscritto nei Trattati di Roma. Rifiutare il conflitto militare locale (di breve
periodo) e la guerra economica globale (di lungo periodo). Per la pace duratura serve una collaborazione
economica finalizzata alla conversione ecologica, alla transizione verso le
energie rinnovabili. Se questo è vero, componente essenziale di tale strategia
è oggi lavorare per fermare quel conflitto economico (il gioco delle sanzioni e
delle contro sanzioni) che rappresenta un altro modo di “fare la guerra con
altri mezzi”: anche la guerra contro gli ecosistemi. Lo scontro militare in
Ucraina cesserà molto probabilmente in tempi brevi e temiamo che, spariti i
bombardamenti dagli schermi televisivi, molti dei “pacifisti intermittenti”
(Luciana Castellina è autrice della definizione) se ne torneranno alle usate
lotte di piccolo cabotaggio. La guerra economica globale, molto più impattante
e mortifera (per la FAO, ad esempio, circa 250 milioni di nuovi denutriti),
sicuramente è di medio e lungo termine: noi promettiamo di essere sempre lì a
contrastarla, contro la fame e la povertà di cui è apportatrice, nello spirito
della durata cui siamo abituati con le nostre organizzazioni centenarie di
riferimento: l’IFOR, la WRI, la WILPF. Saremo sempre ad organizzare, a
combattere in modo nonviolento, ad ammonire ed esortare i popoli di tutto il
mondo: invece di assecondare élites sfruttatrici e ammazzarci a colpi di
sanzioni disarmiamo e attuiamo insieme gli accordi di Parigi sul clima (che oltretutto
abbiamo tutti sottoscritto); e diamoci una mano per portare avanti l’Agenda ONU
per lo sviluppo sostenibile! L’orizzonte della “pace con la Natura” è
indispensabile per superare il crinale apocalittico della Storia che stiamo
attraversando. Per la realizzazione di tali obiettivi “complessi” e “intersezionali”,
comuni a tutte e tutti, occorre connettere e coordinare le risorse
organizzative e politiche di base, con una impostazione culturale e di
approccio ai problemi che superi molti schemi otto-novecenteschi. La chiara visione
della “pace con la Natura”, individuata come decisiva priorità politica e
culturale, è, a nostro avviso, la molla che può rendere attraente e vincente un
ecopacifismo nonviolento all’altezza delle sfide vitali del XXI secolo: forse
l’unica bussola per evitare il baratro del collasso ecologico, ormai alle porte
e con aspetti irreversibili secondo la Scienza ufficiale. Disarmisti esigenti –
Energia felice LOC – Mondo senza guerre
e senza violenze WILPF Italia