Il prof. Angelo D’Orsi scrive al quotidiano La
Stampa Gentile Direttore, ho collaborato a “La Stampa” per decenni, e sono stato
allontanato, senza una parola, naturalmente, con l’arrivo di Molinari, giunto
al giornale a portarvi il suo carico di sionismo e iper-atlantismo (e già
allora di russofobia). Avevo sperato che un giornalista proveniente da “la Repubblica”
come Lei, avrebbe compiuto uno sforzo di riequilibrare l’orientamento di questa
testata a cui sono rimasto legato. Invece no. E i vostri servizi, se così
vogliamo chiamarli, sulla guerra in Ucraina, lo dimostrano, in modo avvilente.
Ma con la prima pagina del 16 marzo il giornale da Lei diretto ha toccato il
fondo della disonestà giornalistica: una immagine relativa alla strage compiuta
due giorni fa dalle truppe governative di Kiev ai danni dei civili di Donetsk
(14 morti), viene presentata in modo che il pubblico pensi che siano stati i
russi cattivi. Siamo oltre ogni artifizio giornalistico, lo lasci dire a uno
che è iscritto all’Ordine dal 1971, e che ha avuto nel 2021 la targa d’argento
come veterano del giornalismo piemontese. Uno che è stato allievo di Norberto
Bobbio, e oltre ad aver insegnato per più di 40 anni all’Università, ha
lavorato per le maggiori testate italiane, e anche qualche testata straniera,
pubblicando molte centinaia di articoli. Mi aspetto che il giornale con lo
stesso rilievo faccia una formale autocritica e spieghi, come e quando e da chi
ha ricevuto la foto, chi ne sia l’autore, come la foto è giunta a voi (e se
avete i diritti di utilizzo), e in quale situazione è stata scattata. Aggiungo
che tutta l’impaginazione, dai titoli dei commenti tutti a senso unico, fino al
pezzo che vorrebbe essere sarcastico su Luciano Canfora, e che fa ridere solo
chi l’ha scritto, è a dir poco inquietante. State spingendoci verso la terza
guerra mondiale, consapevolmente o meno. La storia non vi ha proprio insegnato
nulla. Che pena. Segnalerò comunque l’episodio all’Ordine. E
smetterò di comprare, ovviamente, il Suo giornale. Angelo D’Orsi