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lunedì 28 marzo 2022

GUERRE
di Giuseppe O. Pozzi


Il godimento di Caino: uccido un uomo morto
 
La storia narra che anche le democrazie nascono dalle rivoluzioni che altro non sono che guerre dette addirittura “civili”. La sostanza che ne deriva è che la terra viene disseminata di morti. Ben pochi colgono che, in questa strana e (dis)umana semina mortale, non nascono uomini di pace, né uomini in pace. La guerra continua sempre nelle “intelligence” che altro non sono che guerre di spia, guerre sotterranee, guerre di menzogne. Intelligence e politica si annodano nel loro abbraccio mortale, dove chi muore è sempre il popolo che paradossalmente li legittima. Una semina che continua, in modo sistematico a spargere il suo godimento penetrante le anime anche le più sensibili. I morti continuano ad essere ammazzati come nell’antico “tu uccidi un uomo morto”. Non ci si rende conto, però, che quell’uomo morto che vai ad uccidere, o perché invadi o perché insorgi, o perché ti difendi, in realtà sei sempre proprio tu stesso. Tu che spari, tu che armi perché chi è aggredito si difenda, tu che scendi in piazza per urlare con la pancia che la guerra deve finire ma non guardi a mente fredda il contesto che l’ha determinata, tu che invochi un uomo ancora più forte che eserciti la sua violenza per eliminare quella in atto, tu che non hai ancora capito che ogni rivoluzione genera una controrivoluzione più violenta e feroce della rivoluzione stessa, tu che non hai le parole per pregare ma solo per sfogare la tua rabbia e la tua aggressività anche contro il tuo vicino, tu che usi la furbizia per fregare chi non ti piace o per umiliare il diverso. La riscossa di Caino è già salda in ogni dove e in ogni tempo.  
La guerra, tutte le guerre, di invasione o di liberazione seminano morte e godimento. Tutte le guerre personali e familiari seminano morte e perché alimentano il godimento di ciascuno. La prima, la morte, la si coglie per piangere od imprecare ma viene presto anestetizzata ma il godimento di rivalsa, quello non muore mai, anzi si insedia in modo insidioso ma saldamente nelle menti e nelle pance degli uomini che sanno bene come non parlare al loro cuore, dal momento che non ne vogliono sapere di lavorare al servizio della vita. 



Forse solo l’artista sa cosa voglia dire lavorare al servizio della vita perché sa come saperci fare con il vuoto esistenziale che gli prende la gola, gli urla nello stomaco, lo esalta nella mente e poi, però, grazie al suo cuore grande e generoso sa ascoltare il suo stesso urlo, la sua stessa esaltazione e questo ascolto non è mai vano perché ciò che arriva a produrre fa legame. Un legame sociale che passa dall’oggetto che crea, dall’oggetto che costruisce, dal foglio su cui scrive, dal quadro che dipinge, dalla statua che scolpisce, dallo spartito che mette in musica. Legami simbolici che non costano tanto perché quello che costa è il lavoro dell’artista, la sua formazione, il suo desiderio di sapere, di imparare, di capire. L’energia personale e soggettiva che sta e che viene scatenata dalla violenza dell’angoscia, per l’artista, prende una strada non più distruttiva e devastante ma di creazione, di installazione, di costruzione. Tutte azioni che sanno sempre trovare come fare a circoscrivere, a contornare, a viaggiare attorno al buco dell’angoscia trovando, in questo modo, come fare anche a non caderci dentro. Il segreto dell’arte è proprio questo costruire oggetti in grado di velare il buso dell’angoscia esistenziale che riguarda ciascuno di noi.
Quanti riescono a non cadere dentro questo buco devastante e devastatore se Caino continua a trionfare con la sua formazione al buon soldato, agli eserciti, alla costruzione di armi di devastazione e di distruzione? Non c’è bisogno di essere pubblicitari per sapere che dire “non fumare” significa suggerire di fumare. Non c’è bisogno di essere grandi strateghi per sapere che dire “se vuoi la pace, prepara la guerra” allora guerra sarà, la guerra si farà. Una strada, questa della formazione alle armi e della costruzione delle armi, che costa delle cifre altissime e che non possiamo spendere, pena la morte per fame di milioni di persone. Eppure Caino trionfa nella sua ormai conquistata globalizzazione del mondo. È penetrato nelle pance e nelle menti acefale di tutti, insediandosi come un Imperatore dominatore di tutto il globo con la sua forza di convincimento ad agire con la forza ed a reagire con più forza. Una vera follia della comunicazione che è l’arma forse più potente che Caino ha saputo inventare per rendere inossidabile la follia della (falsa) comprensione che invade, con il suo godimento mortifero, tutti gli animi delle persone, anche quelle che si considerano per bene.
Se vuoi la pace, allora, disarma
la tua pancia e la tua mente
e falle parlare con il tuo cuore.
Riprendiamoci l’arte
Per seppellire la violenza e la guerra!