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martedì 15 marzo 2022

Lettori e guerra
VITA O MORTE

Ucraina. Li educano alla guerra
 
Rappresentare l’icona di una bambina, o un bambino, soldato è il fallimento di una società che arma il suo popolo senza mettere in conto i danni irreversibili che tali azioni possono provocare sulle generazioni presenti e future. Vedere giovanissimi soldati con i loro occhi smarriti e spenti, essi stessi vittime della stessa follia, fare da scudo umano in città in cui non sono stati concessi corridoi umanitari per la fuga verso una improbabile salvezza, rappresentano una realtà illogica, dall’Africa, all’Ucraina che le nostre coscienze si rifiutano di accettare. Dobbiamo far sentire il nostro sdegno contro qualsiasi propaganda bellica affinché nessuno possa esaltarla. Se questo significa stare nella minoranza e diventare eretici in una società sempre più incapace di cogliere la complessità e la sofferenza, l’accogliamo a braccia aperte. Non vorremmo più in futuro assistere a una guerra fratricida nel cuore dell’Europa, ma di un popolo che cerca una pace reale, non costruita su armamenti e fatue parole. Raccontare l’orrore di una guerra assurda, di cui oggi vediamo le atroci conseguenze, è dovere civile e morale, ma soprattutto non aderire, ma condannare, condannare se non vogliamo affidare la vita alla morte.
Emma Bosso Atonna