Finché c’è guerra ci sono profitti: per loro. «Secondo un’indagine
dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) il conflitto tra la
Russia e l'Ucraina ha portato ad un aumento del valore azionario internazionale
per le società produttrici di armi. Questo aumento del valore azionario
è paragonabile storicamente soltanto con l'attacco alle Torri Gemelle di New
York nel 2001. L'istituzione ha pubblicato questa analisi,
nella quale si afferma che le società produttrici di armamenti a livello
mondiale hanno aumentato i loro profitti del 10%, con utili di 82 miliardi di
dollari solo nelle ultime tre settimane. A seguito dello spiegamento dell'operazione
militare speciale russa sul territorio ucraino, iniziato il 24 febbraio scorso,
le spese dei paesi membri della NATO stanno avendo benefici diretti verso
l'industria delle armi. L'UNAM sottolinea che ad esempio il cancelliere
tedesco Olaf Scholz ha annunciato un ulteriore investimento di 100 miliardi di
euro in materia di sicurezza per il 2022. L’accademia ha così indicato nell’articolo come ciò
sia "contrario alla loro politica degli ultimi due anni di limitare le
spese militari". Nel 2020 inoltre, le 100 maggiori imprese
dell'industria delle armi, di cui 41 negli Stati Uniti, hanno realizzato utili
per 531 miliardi di dollari. Nonostante i limiti imposti dalla pandemia alle
rispettive catene di approvvigionamento queste sono le cifre che emergono, come
ha spiegato Yadira Gálvez, accademica della Facoltà di Scienze Politiche e
Sociali (FCPyS) dell'UNAM. Tra le imprese figurano la Lockheed
Martin Corp e altre imprese statunitensi come la Raytheon
Technologies e la Boeing. Vi figurano inoltre BAE
Systems del Regno Unito, le cinesi Norinco e Avic,
senza dimenticare l’europea Airbus o l'italiana Leonardo.
Tutte sono in cima alla lista di coloro che hanno realizzato ricchi guadagni. Per esempio il giorno prima dell’operazione
militare russa, alla chiusura delle quotazioni del 23 febbraio, il valore per
azione della Lockheed Martin era di 388 dollari. Già dal 1º marzo ha raggiunto
un massimo di 458 dollari per azione, con un aumento di ben 70 dollari. Nei
giorni seguenti il titolo ha toccato un massimo di 479 dollari per ripiegare
mercoledì 9 marzo a 448 dollari per azione.» Traduzione italiana a cura del Comitato Contro La Guerra Milano