Il
partito della guerra predomina in ogni dove: nei Parlamenti, nelle Cancellerie,
tra le Associazioni sportive, nelle Università, in tutti i partiti italiani,
nelle Televisioni, su quasi tutti i giornali, in una fetta importante delle
opinioni pubbliche mondiali, tra persone istruite, colte, pacifiche e caratterialmente
miti. Compreso i nostri stessi amici e familiari. Il concetto di guerra è radicato
nelle coscienze e nelle culture come un cancro maligno e inestirpabile. Non si
è evoluto neppure con l’ingresso nell’era atomica e nucleare, e non ha ricevuto
insegnamento dalle disastrose guerre mondiali. Il concetto di difesa resta
basato essenzialmente sulla difesa armata; non pare concepibile nessun’altra
forma: la palingenesi, costi quel che costi. Dobbiamo prenderne atto perché
così stanno le cose, lo si voglia o no. L’idea di disarmo, l’abolizione delle
armi, il divieto a produrle e ad esportarle, la cancellazione dei confini e dei
muri, non rientra nel sentire comune. Ci si sente più sicuri con la loro
esistenza; anzi, più sono terribili e sterminatrici più ci si sente
rassicurati. Non valgono le idee di Gandhi, di Tolstoj, di Russell, di
Einstein, di Cassola, di papa Francesco. Alla forza con più forza. Il giovane antimilitarista
cattolico Alexander Langer sembra morto invano. È sua questa bellissima frase
che ho citato tante volte: “Meglio un annodi negoziati che un giorno
di guerra”. Nessuno ha voluto fermare questa guerra, né il governo
americano, né i governanti dell’Unione Europea che ne avrebbero avuto i mezzi
diplomatici idonei. Non lo ha fatto il governo italiano che ospita sul suo
territorio la città mondiale della pace: Assisi. Non si è voluto sentire ciò
che persino generali, uomini delle Forze Armate, esponenti singoli appartenenti
culturalmente ad ambienti della destra italiana hanno ripetuto, e che da sempre
il buon senso ripete: Nessuno è mai uscito vincitore da una guerra. A guerra
finita si raccolgono solo macerie. Si conteranno i morti, le devastazioni, gli
odii, i profughi condannati alla disperazione, alla separazione. Non pochi,
tuttavia, si sono posti al di fuori di questo coro di morte e hanno rifiutato di
entrare nel partito della guerra. Le brevi testimonianze che abbiamo scelto di
pubblicare sono solo alcune, tutte quelle arrivate maledicono le armi, la
guerra, le spese militari, i capi di stato e di governo che le scatenano, e
chiedono un cessate il fuoco immediato, il negoziato, il confronto. Un
sentimento comune ragionevole che si differenzia da quanti, accecati dalle
passioni, invitano a mandare armi sul teatro di guerra, propongono un
gigantesco esercito europeo super-armato, di dotarsi di ordigni di morte sempre
più devastanti e distruttivi. È prevedibile che avranno soddisfazione e tanti altri
Paesi rivendicheranno il diritto al possesso di armi di dissuasione per una “efficace”
difesa nucleare. Come dar loro torto? Angelo
Gaccione
cacciabombardieri
In
questa foto possiamo ammirare: 30 ospedali, 50 asili nido e 70 case di riposo
per anziani. Jean
Bruschini
(poeta) Èproprio il mecenatico Occidente che sta gettando nella più totale rovina l’Ucraina.
La quale, quanto più ne viene invogliata, con foraggiamento di armi e denaro, a
resistere, tanto più la Russia avrà tempo di ridurla in macerie. Far massacrare
un popolo, pur sapendo che l’esito non può che esserne la resa, o il conflitto
nucleare per tutti, è il crimine di guerra più obbrobrioso e repellente di
questo mondo. Nicolino
Longo(aforista
e poeta) Cessate
il fuoco immediato, basta bombardamenti! E ripresa immediata delle trattative!
L’Ucraina accetti l’annessione della Crimea alla Russia e rinunci ad entrare
nella Nato. La Russia accetti l’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea e
inizi il ritiro graduale dell’esercito dall’Ucraina. Filippo
Ravizza(poeta
e critico letterario) Il
problema è che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato era ancora un’ipotesi, l’invasione
lo è stata molto meno. Detto questo, sono io pure d’accordo che un incendio si
spenga con una coperta non con della benzina. Marzia
Borzi(giornalista) La
Bicocca censura Dostoevskij. Sospeso il corso di Nori. Roba da matti! La
letteratura russa è patrimonio dell’umanità. Delitto e castigo evidenzia
il tema della coscienza e le scelte di coscienza. Laura
Margherita
Volante (aforista, poetessa, docente)