Ballano
i neuroni sulle testate dei giornali
le prime ore dell’alba gettate alle ortiche
la primavera che scotta dalle pagine del coro:
si rianima la guerra, si riarmano gli arsenali!
e l’anima già dissecca i pochi fiori aurorali
e l’oro che sgorga dai sogni, buttato al macero
dei primi titoli di testa e la loro gogna…
siamo già invasi tutti, invasi nell’anima
il nostro giardino intimo infestato di vespe
a due passi dalla sorgente lo scolo velenoso
la guerra invade la psiche con i suoi tarli
premia le bombe: ma chi l’ha decisa?
chi presta giuramento? perché non disertano?
non fanno marcia indietro da questa età del piombo?
Continuano gli appelli, la mente infuria
in questo scorcio di notte, agitata da scintille
vano invocare il sonno, al passo nucleare degli eserciti.
Dovrebbero dividere, le donne le loro sorti
da quelle degli oligarchi, da tutti i poteri accerchianti
del proprio stesso aggressore disertare i letti.
Le grandi assenti, le donne dei dominanti
chi avete a fianco? con chi consumate commerci?
Avete svenduto l’amore, ridotto a merce di scambio
il fine pulviscolo d’oro, a nera polvere da sparo.
Avete profanato il tempio, e ora privi,
il nostro tempio è un bunker
dove nemmeno i pensieri respirano
e la luce dell’alba accomuna
plumbea e pesante
i cieli dei morti e dei vivi. Gabriella
Galzio (6
marzo 2022)