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venerdì 4 marzo 2022

UN PASSAGGIO EPOCALE
 

Milano contro la guerra

Siamo a un passaggio certamente epocale, per certi versi molto simile a quello che sta avvenendo per le conseguenze del cambiamento climatico: un aggravamento generale del nostro modo di vivere, quasi che il nostro ragionare in modo evolutivo e progressivo stia subendo un mutamento non controllabile. Il nostro rapporto con la natura, già complicato, viene aggravato dalla storia. E la storia la stanno facendo come al solito, in pochi: Putin, Biden, la divisa e informe Europa, quest’ultima con pretese di superiorità morale e politica, ma sostanzialmente ridotta a una protesi del dominio - ora molto in crisi - americano.
Le masse sono sempre state più o meno manipolate, ma oggi dopo trent’anni di pensiero unico, esse sono particolarmente passive. Tutto è cominciato nella parte finale del secolo scorso e il fenomeno procede ancor di più oggi: è venuto meno il confronto, il dibattito pubblico: siamo al maccartismo – vedi gli esempi della Scala, della Filarmonica di Monaco e del Metropolitan – senza i comunisti. Quello precedente è stato un periodo in cui tutti ci sentivamo protagonisti. L’agire politico, l’analisi dello stato delle cose esistenti, ci forniva i mezzi, gli strumenti per contrastare il potere dei pochi. Quella fu una fase in cui, non per la prima volta, grandi masse entrarono nella storia. Con la guerra in corso, la passione di chi ritiene che l’errore più grande sia quello di restare indifferenti, di non prendere posizione, la domanda che rivolgo a me stesso è perché una guerra come questa, per le forze che sollecita e per la violenza che suscita, di cui sento anche la vergogna della nostra epoca, folle intere rimangono al margine passivamente? So che si sono avviate mobilitazioni per la Pace. Ma pur importanti e giustamente motivate, le sento portatrici di un’idea confusa del contrasto e delle responsabilità: è assente la storia, la coscienza. Un tempo perduto che non si recupera emotivamente.
Ritorno al tema della “sopportazione”: stiamo vedendo la realtà. È come risvegliarsi. E il risveglio avviene in un istante. Ora, a me pare, che questa dovrebbe essere l’occasione per ribellarsi. Lo dico rispetto a quanto sta accadendo e al modo con il quale si vorrebbe risolvere il conflitto, Armando e armandoci. 
Angelo Ferranti