ANNIENTAMENTO E IRRESPONSABILI di Franco Continolo
Draghi e i suoi colleghi europei sono gente che fa la storia, mica dei
perditempo come Chas Freeman, l’ex ambasciatore americano in Cina, che possono
fermarsi a riflettere, e che vedono nel momento storico attuale la fine di
tutto, dal (falso) ordine unipolare uscito dalla Guerra Fredda, all’ordine
monetario post-bellico fondato sul dollaro, allo sforzo plurisecolare della
Russia di essere ammessa nell’Occidente. Infatti il comunicato parla
chiaro: “occorre accrescere l’isolamento internazionale di Mosca”, quindi
sostenere incondizionatamente il regime fantoccio di Kiev, anche se ormai non
ha più un esercito, ma solo milizie alle quali, come a Mariupol, non resta
altro obiettivo che immolarsi (con gli ostaggi) per la distruzione della città.
Brexit, il riarmo di Germania e Giappone e l’adesione alla NATO di Svezia
e Finlandia sono per Freeman altri eventi che cambiano la storia – potremmo dire
che segnano la fine dell’europeismo. Nonostante ciò, l’ex ambasciatore
conclude con una nota di ottimismo, anche se non farà in tempo ad assistere al
ravvedimento: la collaborazione sino-americana degli ultimi 40 anni è stata
troppo benefica perché vi si possa mettere una pietra sopra. Intanto nel Donbas
è partita la fase due; ad annunciarlo è stato lo stesso Lavrov. Tradotto in
italiano, il messaggio sembra il seguente: finito il lavoro preparatorio,
consistente nell'accerchiare le milizie operanti nel Donbas, e nel precludere
loro ogni tipo di rifornimento, adesso si procede al loro annientamento (o alla
loro resa, se conservano un minimo di coscienza). In realtà, almeno per
quanto riguarda Mariupol, la partita è ormai alla fine. Interessante
la testimonianza del soldato russo intervistato da Max Bonelli – è una
testimonianza che ci ricorda che la guerra non è solo orrore, ma anche
coraggio, generosità. Ma la guerra è soprattutto intelligenza, capacità
di dare giusto peso alle informazioni, o di capire cosa stia dietro la
loro mancanza, scrive Larry Johnson, il quale nel commentare la prima fase,
l’accerchiamento di Kiev, richiama alla memoria i depistaggi che hanno
preceduto lo sbarco in Normandia. E il condottiero di successo, potremmo
concludere con Tolstoj, non è quello che sbaraglia il campo, che vuole imporsi
sul caos, ma colui che sa manovrare a proprio favore le forze del caos.