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venerdì 15 aprile 2022

Confronti
LETTORI DI ODISSEA E PACIFISMO
di Romano Rinaldi

 
Tra i vari messaggi che ho scambiato con lettori, conoscenti e amici riguardo l’argomento “Guerra e pace” di cui si dibatte da mane a sera in Europa e nel mondo in questi giorni, desidero condividere con Odissea e i suoi lettori le considerazioni di “pacifismo reale” che mi ha affidato un caro amico, ex collega e assiduo lettore dei miei articoli e di Odissea in generale.
 
Caro Romano,
come non condividere il tuo ultimo scritto su "Odissea" ("Verità e Libertà")? Come al solito, chiaro e ben articolato. A corollario dell'argomento pacifismo che abbiamo trattato nel nostro ultimo scambio di messaggi, ti mando alcune mie considerazioni. Fanne l'uso che credi più opportuno.
Ti saluto molto cordialmente,
F.D.
 
Sono preoccupato in primis per certi possibili scenari prossimi venturi in Ucraina, visto il chiaro disegno di Putin di "asfaltare" questo Stato sovrano e impossessarsene. In secundis, mi preoccupa (ça va sans dire) il possibile allargamento del conflitto in corso (il suo nome preciso è: aggressione militare immotivata dell'Ucraina da parte della Russia) con conseguenze disastrose per l'Europa. Mi preoccupa, però, anche il montante pacifismo che ha preso a serpeggiare ovunque. Confesso la mia antipatia per il pacifismo senza se e senza ma. Come tutti gli "ismi" non porta a nulla, se non alla esibizione di sé stessi e al tacitamento della coscienza. Nel caso specifico, secondo il pacifismo corrente gli ucraini dovrebbero smettere di difendersi (se non ricevono aiuti, armi comprese, devono necessariamente arrendersi) per poter arrivare a un cessate il fuoco duraturo e aprire reali colloqui di pace. Ne ho sentiti tanti di questi pacifisti pontificare in tivù. Ma questa sarebbe la via più dritta per confermare Putin nel suo piano di nullificazione della Ucraina e, a seguire, di altri Stati confinanti. Poi ci sono i pacifisti per convenienza politico-elettorale, come alcuni politici nostrani; questi appartengono alla peggiore specie di pacifisti del momento: è inutile parlarne. Viceversa, Papa Francesco non è certo un guerrafondaio e ha il dovere di parlare di pace, ma ha pubblicamente baciato la bandiera ucraina e si è scagliato contro l'aggressione russa e successivo massacro in Ucraina. Incidentalmente, papa Francesco ha anche parlato di legittima difesa. Ovviamente, bisogna tentare tutte le vie del negoziato pacifico (non amo per nulla le guerre, le armi o le uniformi). Ma non da una posizione di debolezza che farebbe il gioco dell'aggressore/macellaio. Penso e credo che non sia accettabile sottostare ai ricatti, alle menzogne e all'arroganza di un bullo che si è messo in testa di passare alla storia come il sovvertitore di un ordine mondiale fondato sul diritto e la democrazia. Penso che oggi la scelta sia tra due sole opzioni: assistere inermi e ignavi allo sterminio del popolo ucraino (dandola vinta a Putin - con l'interruzione della fornitura di armi agli ucraini - e confermandolo nella bontà della sua decisione di aggredire l'Ucraina - allo stesso modo come si conferma un bambino capriccioso nella bontà dei suoi atteggiamenti -) oppure continuare a dare una chance agli ucraini di resistere armi in pugno all'aggressore, a difesa, legittima, del proprio territorio, di se stessi e dei propri valori, come hanno ampiamente dimostrato di voler fare. Oggi non è tempo dei "sì, però" (del tipo: è vero che Putin ha aggredito militarmente l'Ucraina, ma l'Occidente e la NATO lo hanno ripetutamente provocato): continuare lungo la strada del pacifismo "senza se e senza ma" significa rassegnarsi a un futuro di sottomissione a un rozzo despota che certo non si accontenterà dell'Ucraina e passerà a "sbrigare" un'altra "pratica" della sua agenda (Moldavia, le repubbliche baltiche, la Polonia e, perché no, la Romania e la Finlandia). Spero fortemente di sbagliarmi, ma la vedo così.
Francesco D.