Confronti LETTORI DI ODISSEA E PACIFISMO di Romano Rinaldi
Tra i vari
messaggi che ho scambiato con lettori, conoscenti e amici riguardo l’argomento
“Guerra e pace” di cui si dibatte da mane a sera in Europa e nel mondo in
questi giorni, desidero condividere con Odissea e i suoi lettori le
considerazioni di “pacifismo reale” che mi ha affidato un caro amico, ex
collega e assiduo lettore dei miei articoli e di Odissea in generale. Caro Romano, come non condividere il tuo ultimo scritto su "Odissea"
("Verità e Libertà")? Come al solito, chiaro e ben articolato. A
corollario dell'argomento pacifismo che abbiamo trattato nel nostro ultimo
scambio di messaggi, ti mando alcune mie considerazioni. Fanne l'uso che credi
più opportuno. Ti saluto molto cordialmente, F.D. Sono preoccupato in primis per certi possibili scenari prossimi venturi in
Ucraina, visto il chiaro disegno di Putin di "asfaltare" questo Stato
sovrano e impossessarsene. In secundis, mi preoccupa (ça va sans dire) il
possibile allargamento del conflitto in corso (il suo nome preciso è:
aggressione militare immotivata dell'Ucraina da parte della Russia) con
conseguenze disastrose per l'Europa. Mi preoccupa, però, anche il montante
pacifismo che ha preso a serpeggiare ovunque. Confesso la mia antipatia per il
pacifismo senza se e senza ma. Come tutti gli "ismi" non porta a
nulla, se non alla esibizione di sé stessi e al tacitamento della coscienza.
Nel caso specifico, secondo il pacifismo corrente gli ucraini dovrebbero
smettere di difendersi (se non ricevono aiuti, armi comprese, devono
necessariamente arrendersi) per poter arrivare a un cessate il fuoco duraturo e
aprire reali colloqui di pace. Ne ho sentiti tanti di questi pacifisti
pontificare in tivù. Ma questa sarebbe la via più dritta per confermare Putin
nel suo piano di nullificazione della Ucraina e, a seguire, di altri Stati
confinanti. Poi ci sono i pacifisti per convenienza politico-elettorale, come alcuni
politici nostrani; questi appartengono alla peggiore specie di pacifisti del
momento: è inutile parlarne. Viceversa, Papa Francesco non è certo un
guerrafondaio e ha il dovere di parlare di pace, ma ha pubblicamente baciato la
bandiera ucraina e si è scagliato contro l'aggressione russa e successivo
massacro in Ucraina. Incidentalmente, papa Francesco ha anche parlato di
legittima difesa. Ovviamente, bisogna tentare tutte le vie del negoziato
pacifico (non amo per nulla le guerre, le armi o le uniformi). Ma non da una
posizione di debolezza che farebbe il gioco dell'aggressore/macellaio. Penso e
credo che non sia accettabile sottostare ai ricatti, alle menzogne e
all'arroganza di un bullo che si è messo in testa di passare alla storia come
il sovvertitore di un ordine mondiale fondato sul diritto e la democrazia.
Penso che oggi la scelta sia tra due sole opzioni: assistere inermi e ignavi
allo sterminio del popolo ucraino (dandola vinta a Putin - con l'interruzione
della fornitura di armi agli ucraini - e confermandolo nella bontà della sua
decisione di aggredire l'Ucraina - allo stesso modo come si conferma un bambino
capriccioso nella bontà dei suoi atteggiamenti -) oppure continuare a dare una
chance agli ucraini di resistere armi in pugno all'aggressore, a difesa,
legittima, del proprio territorio, di se stessi e dei propri valori, come hanno
ampiamente dimostrato di voler fare. Oggi non è tempo dei "sì, però"
(del tipo: è vero che Putin ha aggredito militarmente l'Ucraina, ma l'Occidente
e la NATO lo hanno ripetutamente provocato): continuare lungo la strada del
pacifismo "senza se e senza ma" significa rassegnarsi a un futuro di
sottomissione a un rozzo despota che certo non si accontenterà dell'Ucraina e
passerà a "sbrigare" un'altra "pratica" della sua agenda
(Moldavia, le repubbliche baltiche, la Polonia e, perché no, la Romania e la
Finlandia). Spero fortemente di sbagliarmi, ma la vedo così. Francesco D.