Il crogiuolo delle vicende
tragiche in corso, che proseguono e cambiano di giorno in giorno, stimola
riflessioni incessanti, se non si è convinti di aver acquisito la Verità
definitiva. La Cosa è veramente come un istrice piena di aculei, che
coprono il corpo, nascosto da uno tsunami ideologico orientato al 90% verso un
Occidente fonte di ogni Bene. Sia chiaro, Putin è un male criminale che,
insieme al suo sistema oligarchico, ha anche stupidamente sbagliato tutto. Però
vorrei un altro rapporto tra visioni diverse secondo lo stesso pensiero
illuminista borghese, ma anche ricordando quello che diceva il 3° presidente
degli Stati Uniti, T. Jefferson: "Se il governo ha paura del popolo c'è
democrazia e libertà". E la democrazia si misura dallo spazio dato a chi
critica. Essere arrivati a cancellare convegni su Dostoevskij o a escludere da
manifestazioni sportive e culturali (persino gare di gatti) partecipazioni di Russi,
solo perché russi, mi spaventa e fa stare male, mi ricorda venti maccartisti e
ideologie opposte a quella che viene propagandata. Questo per me è dolore
intollerabile, come quello per le popolazioni massacrate (non solo in
Ucraina), di guerre dell’Occidente per liberazioni dal comunismo (Vietnam o
Cile), per difesa della democrazia, per armi chimiche nascoste (Medioriente),
ecc. Tutte ragioni che se poi si rivelano false e strumentali, passano anni e
decenni, e amen. Sono frutti di una logica binaria, 0-1, o con me o contro di
me, da logica religiosa fondamentalista di un dio assoluto. Non a caso il
titolo del mio libro “Google”. È la logica del capitalismo imperialistico, prevista
dall'analisi economica e che è stata tema della mia tesi "Teorie
economiche dell'imperialismo" del 1969. La cosa pazzesca (oggi
inimmaginabile) è che fu condivisa da docenti dell'Università Cattolica.
Una tendenza (che abbiamo sotto gli occhi) di concentrazioni oligarchiche di
ricchezze e di potere. In questo quadro, un conto sono i popoli e le loro
culture e un altro i vertici del potere che, pur vestito di ideologie
contrapposte, tendono allo scontro tra gli attuali tre principali blocchi
mondiali: America, Russia e Cina. Per me Dostoevskij, Tolstoj, come Hemingway,
Darwin, Twain, Masters, Whitman ecc. ecc. sono carne del mio corpo e della mia
scrittura, e non vanno confusi con governi e poteri, che agiscono in nome di
interessi non dei popoli, ma di pochi possessori di ricchezze immense, a
oriente come a occidente. Questa distribuzione ignobile della ricchezza è la
vera fonte di ogni male. Produce armi, ipocrisie e falsificazioni che poi si
scoprono dopo decenni. Strumentalizzazioni dei sentimenti umani più nobili con
propaganda assillante, oggi più potente di tutte le epoche precedenti.
È un quadro che richiede uno sforzo di visione
della complessità, per me possibile solo se parte dal basso e fa riferimento ai
popoli e alle rispettive identità culturali. Una cosa mostra questa guerra: il
sogno della globalizzazione di ridurre a uno il mondo è follia di ciò che i
greci chiamavano hybris, o delirio di onnipotenza. La vita è ricchezza
di molteplicità, complessità, per me ricerca costante sin dagli anni '60. In
quegli anni entrai e uscii dal PCI, perché la sua radice staliniana era
inconciliabile con l'analisi da me condivisa di una forma di capitalismo di
stato – al pari di quella cinese. Ne scrissi testi poetici (in La vita
nonostante) e saggi pubblicati su riviste. Perciò gli orrori dello stalinismo
li ho rigettati e analizzati da più di 50 anni. Ma oggi se si criticano i
poteri occidentali, si rischia di passare per putiniani. Degrado ridicolo delle derive ideologiche in atto.
I mass-media, al pari degli strumenti finanziari e
delle armi che sparano, sono armi di potere, che tendono a uniformare la massa
in una visione consonante agli interessi dominanti, sintetizzabili in Occidente
nel dollaro. Per questo la guerra in corso la vincerà l'Occidente, e la Russia
(Putin o non Putin) tenderà a implodere e a ridursi a dominio cinese. Ma la
domanda è: questo è nell'interesse del fantasma Europa ridotta a sua volta a
zerbino Usa e getta? La logica sarebbe di un interesse oggettivo dell'Europa a
interscambi con la Russia, ma lo zio Sam non vuole e quindi è guerra. Questa
guerra non è tra Russia e Ucraina, ma tra Russia e America. E la Russia stessa
non è obiettivo unico o finale, che è bi o triforcuto tra Europa e Cina, per
cui Zelensky – populista benedetto e creato dallo Zio d’America – non
a caso parla di 3° Guerra Mondiale, che è folle parlarne come fossimo ancora
nel '900, dimenticando laBomba. Ma questa Guerra Mondiale temo sia
appena iniziata e, se non finirà in una apocalisse atomica, durerà decenni.
Aumenteranno armamenti (trionfalmente annunciato) e diminuiranno,
inevitabilmente, le spese sociali, quindi aumenteranno i poveri, assistiti non
più da uno Stato, come quello in cui la mia generazione ha avuto la fortuna di
vivere, ma affidati ad assistenze di volontariati e/o elemosinieri di rete che
affollano spazi pubblicitari, tra deodoranti e pannolini. Dopo di che, se la
Russia diventerà appendice del boa cinese, noi europei brinderemo? Spero che i miei timori siano esagerati, per cui le
mie sono più domande aperte che certezze. Ma come esseri umani abbiamo il
dovere di continuare a riflettere e a confrontarci col contesto in cui siamo.