DA ACRI UNA LEZIONE DI
PACE
di Rocco Altieri*
Acri. Il monumento contro le guerre
realizzato da Gino Scarsi
Un messaggio culturale
importante.
Pisa. Acri,
importante e storico comune calabrese di circa 20.000 abitanti in provincia di
Cosenza, che dal 17 settembre 2001 si fregia del titolo di città, dal 25 aprile
2022 ha acquisito a buon diritto quello di Città per la Pace che lo eleva in
Calabria al rango culturale di altre già blasonate località: San Giovanni in
Fiore, insediamento monastico dell’abate Gioacchino di spirito profetico dotato;
Stilo, Città del Sole di Tommaso Campanella; Palmi, paese natale del filosofo e
poeta Domenico Antonio Cardone, candidato negli anni sessanta al premio Nobel
per la pace.
A dare lustro alla città
calabrese di Acri è stata la recente decisione dell’amministrazione comunale di
collocare in uno spazio pubblico il monumento contro tutte le guerre, arrivato
in Calabria grazie ai buoni uffici dello scrittore Angelo Gaccione, nativo di
Acri e fondatore con Cassola della Lega per il disarmo unilaterale.
Da anni si aspettava di vedere il
monumento esposto in un luogo consono, ma evidentemente tante sono state le
incomprensioni, le ottusità, le resistenze.
Da tutti è accettato costruire
sepolcri per le vittime, non le opere che ne denuncino il crimine. È
significativo che, a dare la spinta per vincere le paure del passato, sia stata
negli amministratori la volontà di dare un messaggio di pace in un momento così
tragico per la minaccia incombente di un’escalation verso la guerra atomica. Finora
nelle piazze di tutt’Italia si possono incontrare unicamente i monumenti voluti
dal fascismo per esaltare la retorica della guerra. Tali monumenti, a dispetto
della lunga tradizione cristiana, sono una forma di idolatria cui tutti si sono
piegati in un rigurgito pagano di esaltazione militaristica. In Italia non ci
sono monumenti per la pace. Quello di Acri è in assoluto il primo del genere contro
la guerra, che ne denuncia le cause, figurate nelle tre teste mostruose dell’idra
di Lerna, il mostro assassino che infierisce sull’uomo che è a terra prostrato.
Gli educatori devono affiancare i
ragazzi e i cittadini nel rendere intelligibile l’opera perché si intenda come
la violenza organizzata degli stati si alimenta della forza bruta, della volontà
di dominio e di accumulazione di ricchezze e queste sono la negazione
dell’umana convivenza. La guerra non è un fatto ineluttabile. La guerra è
follia, per cui, come afferma il preambolo costitutivo dell’UNESCO nel 1945: “Se
le guerre iniziano nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che
devono essere costruite le difese della pace”.
*Presidente del Centro Gandhi di
Pisa
Acri. Il monumento contro le guerre realizzato da Gino Scarsi |