Uno dei capi di Stato è chiamato Zar
Putin, l’altro Sultano Erdogan. Allo Zar non viene perdonato nulla, se lo
merita, ma qualcosa sarebbe da approfondire, cioè di criticare un’informazione
ossessiva e a senso unico tutta tesa a nascondere che lo statuto della NATO le
vieta sia di intervenire a sostegno di paesi non appartenenti alla NATO, sia di
aggredire altri Stati. Al Sultano, invece, viene perdonato tutto. Sono anni che
bombarda i curdi in Iraq e in Siria (oltre che nella sua Turchia). Egli ha
pagato, armato e protetto i jihadisti dell’ISIS, un movimento terroristico ben
noto creato con armi occidentali e portato a combattere una guerra che si è
trasformata nell’annientamento della Siria e di vasti territori iracheni. Sia
il Sultano che l’allora Segretaria di Stato USA Hillary Clinton avevano
presentato l’ISIS al mondo come un movimento di resistenza ispirato a ideali di
libertà (cosa che non si ricorda più). Inoltre il Sultano ha spostato a suo
vantaggio territoriale i confini con la Siria, rubando 30 chilometri di terreno
alla regione del Rojava, cacciando dai loro territori 300 mila curdi siriani, e
mettendo bandiere e truppe turche. Da settimane c’è una vasta invasione turca
di territori curdi iracheni che bombarda civili, tra cui anche donne e bambini,
bombarda anche la popolazione curda yazida, già massacrata nel 2014 dai
jihadisti, e ora sempre in Iraq sta installando basi militari turche. Domanda: c’è una differenza tra una bomba dello Zar che uccide gli ucraini
e una bomba della NATO (di cui il Sultano fa parte) che uccide i curdi? E
perché se un ucraino prende le armi per difendersi dallo Zar è uno che fa opera
di resistenza, mentre un curdo che prende un’arma per difendersi viene
etichettato come terrorista? Silvana Barbieri