Aprile
è il mese più crudele T.
S. Eliot Qquale tra i
mesi è il più crudele, dimmi Non solo aprile o forse marzo nel febbrile Travaglio a primavera di secchi glicini E di fiumi dormienti. Se poi verrà Il tempo delle mele porteremo ceste Per raccogliere frutti avvelenati, senza pietà Mendicheremo mostrando alla società Che nulla resta se non miseria e povertà.
Derisi come buffoni invano chiedemmo Di fermare la guerra, di preservare la terra Dall’abisso di menzogna che immiseriva Le menti le messi e gli anni seppellendo Radici e polloni sotto le macerie Della storia che invano avevamo giurato Di tutelare perché non si ripetesse L’orrenda vergogna.
Ma ancor più viva la gramigna spunta Tra i sassi, si è capovolto l’orizzonte In piena estate siamo nell’ombra Balzati nell’inverno, la luce rarefatta È specchio e condanna della nostra disfatta.