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sabato 23 aprile 2022

UOMINI DI CULTURA E GUERRA
di Angelo Gaccione


Max Hamlet S.
"Sterminatori"

Sacrifichereste Venezia, Praga, Lisbona, gli Uffizi, la Cappella Sistina, San Pietro in Vincoli, Piazza dei Miracoli, Piazza del Campo, il Duomo di Orvieto, Piazza dell’Anfiteatro… ad una guerra giusta?
 
Protagonisti del dibattito pubblico sul conflitto russo-ucraino sono in prevalenza uomini e donne di cultura, studiosi impegnati nelle diverse discipline e persino letterati, artisti, educatori. Tutte personalità che hanno a che fare con università, biblioteche, musei, archivi, fondi di manoscritti, laboratori, gallerie d’arte, teatri, conservatori musicali, pinacoteche, fondazioni, centri culturali, e quant’altro la genialità creativa ci ha lasciato in eredità come patrimonio dello spirito umano. Moltissimi si sono schierati in favore della guerra: è alla loro intelligenza e al loro cuore che questo scritto è rivolto. Cultori del sapere e del bello quali siete, come potete a cuor leggero sostenere le ragioni del partito della guerra e dei guerrafondai? Vittima della guerra oltre a uomini, donne, bambini, anziani, malati, animali e vegetali di ogni specie, è l’immenso patrimonio artistico, scientifico, storico, ambientale, culturale. Un palazzo antico, una cattedrale, una moschea, un castello, un tempio, un museo, una biblioteca, un archivio, un parco archeologico, un’oasi naturalistica, un bosco, sono lì, fermi, immobili, indifesi, pronti a soccombere alla furia delle cannonate, dei missili, delle bombe, per essere ridotti in polvere alla stessa stregua delle abitazioni private, degli edifici, delle scuole, degli asili nido, degli ospedali, degli opifici e via enumerando. Davvero la vostra coscienza e il vostro cuore possono tollerare una perdita così immensa? Sareste davvero disposti a sacrificare per sempre questo prezioso e irripetibile patrimonio? O non rinuncereste piuttosto a qualsiasi ragione addotta dalla guerra – per giusta che sia – e preservarlo accettando una pace ingiusta? Una pace ingiusta terrebbe in vita questo patrimonio di bellezza e di cultura, una guerra giusta lo sopprimerebbe. A una pace ingiusta col tempo e la mediazione si può rimediare, ad una guerra giusta no. Tutto sarebbe perso per sempre: vite, bellezze, memorie.