24 MAGGIO. I SOCIALISTI NEL MOMENTO DELLA GUERRA di Franco Astengo
In questo tragico momento di ritorno della guerra sullo scenario
europeo causato dall'invasione russa dell'Ucraina e di possibili implicazioni
tali da far pensare alla possibilità di un conflitto su larga scala è opportuno
ricordare la posizione che, al momento dell'ingresso dell'Italia nella prima
guerra mondiale ( la cui ricorrenza cade proprio in queste ore) tennero i
socialisti: un esercizio di pura memoria storica che dovrebbe comunque far
riflettere quanti intendono ancora rifarsi a quella storia e nel suo insieme
alla storia del movimento operaio. Da ricordare anche che quella guerra iniziò
con l'aggressione dell'Italia verso l’Austria-Ungheria in nome di un patto
segreto che contraddiceva le alleanze stipulate pubblicamente (guerra di
aggressione dovuta a rivendicazioni territoriali, come poi fu guerra
d'aggressione quella fascista verso la Francia nel 1940 e verso la Grecia nel
1941). Contrariamente a quanto fatto, nell’Agosto del 1914, dagli altri
partiti socialisti occidentali il Partito Socialista Italiano votò contro, alla
Camera dei Deputati, i pieni poteri concessi al governo Salandra-Sonnino. La posizione dei socialisti italiani, che poi si tradurrà nella
formula “né aderire, né sabotare” e nella partecipazione alle conferenze
internazionali di Zimmerwald e Kienthal quale unico partito ufficialmente
rappresentato oltre a quello russo (gli altri esponenti del socialismo europeo
presenti in quelle assise lo furono a titolo personale), originava da un
serrato dibattito che si era svolto negli anni precedenti. Per la sua pregnanza
storica si pubblica di seguito l’ordine del giorno Treves – Fasulo, approvato al
congresso di Ancona (26-29 Marzo 1914) sul problema degli armamenti e sulla
posizione che i rappresentanti del PSI avrebbero dovuto tenere al prossimo
congresso dell’Internazionale a Vienna.Siamo alla vigilia
dello scoppio del conflitto: l’eco degli spari di Sarajevo appare ancora non
prevedibile, ma in questo testo emergono elementi molto precisi di una
posizione politica di fondamentale importanza nella storia del movimento
operaio italiano.Ecco il testo (nella
diversità delle situazioni storiche ma per non dimenticare)
Il Congresso afferma: che
l’antagonismo tra il socialismo e il militarismo è un’espressione correlativa
dell’antagonismo stesso che è tra il proletariato e la borghesia capitalistica. Che il
militarismo, indipendentemente dall’essere un sistema di coercizione del
proletariato, e di difesa del sistema capitalistico, risponde alle vedute
dell’accumulazione capitalistica; la quale, in questo periodo della evoluzione
sociale, o cerca nuove terre coloniali da sfruttare, oppure cerca di investirsi
in facili e lucrosi prestiti di Stato, secondo il noto parallelismo fra
l’aumento delle spese militari e l’aumento dei debiti pubblici; che il
proletariato, specialmente nei paesi più poveri di capitale, come l’Italia, ha
interesse di vita nell’avversare il militarismo, e per sé e per i dispendi
capitalistici che cagiona, sia espressi in forma di fiscalità che aumentano il
rincaro della vita, sia espressi in forma di rarefazione del capitale applicato
negli investimenti produttivi dell’industria e del commercio, donde le crisi
economiche, la disoccupazione, l’emigrazione dei lavoratori. Mentre si propone all’interno: di
intensificare la propaganda e l’educazione delle masse e specialmente della
gioventù, intorno ai supposti principi opponendo costantemente gli interessi
solidali della internazionale del lavoro agli alzamenti nazionalistici delle
borghesie patriottarde. E mentre
rinnova al Gruppo Socialista Parlamentare l’impegno di continuare la più
strenua opposizione ai crediti militari, coadiuvando con l’azione attiva e
diretta del proletariato organizzato.
Delibera: a).
Di portare al congresso internazionale di Vienna un voto speciale per una
riorganizzazione del B.S. Internazionale diretta a dare a questo la funzione
specifica; b).
Di promuovere una propaganda speciale tra le grandi Federazioni Internazionali
di mestiere per guadagnarle all’idea internazionale, pacifista, antimilitarista
e di agguerrirle per tutte le intese pratiche, efficaci a rendere impossibili
le guerre; c).
Di effettuare in sistema rapido, suggestivo di informazioni reciproche nella
stampa internazionale sia borghese che socialista, e volta a mostrare
luminosamente la simultaneità e la contemporaneità del movimento proletario
internazionale antimilitarista nei diversi paesi, in guida da eliminare ogni
apprensione che il movimento possa indebolire alcuno Stato a favore di alcun
altro, e dare al mondo l’idea sensibile della cospirazione attiva, imponente
del proletariato organizzato contro la guerra e il militarismo.