Quando morirò mi reincarnerò in tutti coloro che sono Figli dell’Esuberanza tutti quelli che ballano di fronte alla morte Quando morirò mi reincarnerò in tutte quelle dimore nel paese delle risate aperte mi reincarnerò in tutti quelli felici dell'energia gioiosa dello scodinzolare della premura e dell’affetto dei bassotti mi reincarnerò in tutti coloro che si alzano e sfidano lo stivale di ferro dell'oppressione in tutti coloro che detestano la violenza in tutti coloro che rifiutano di essere sedotti dalla miriade di falsi in vendita sul mercato mi reincarnerò in tutti coloro che fuggono dalle prigioni di credo, culto, cliché e clan, prigioni dell'ortodossia. Quando morirò mi reincarnerò in tutti quelli che trovano il nutrimento essenziale e conforto nel piacere della poesia in tutti quelli sfiorati dalla magia alizarina della tavolozza Quando morirò mi reincarnerò in tutti quelli sul campo da tennis che amano il più grande dei giochi Quando morirò non huri, non arpe, non paradiso, non inferno svanirò come el niño perdido Quando morirò mi reincarnerò in tutti i vivi cantando la meravigliosa e terribile canzone della vita. Don Burness Ojemba, 29 ottobre 2005 [Traduzione it. Max Luciani]