Brescia. La Nato e gli
Stati uniti hanno guidato le principali operazioni militari (guerre) degli
ultimi decenni, con il benestare della maggior parte della Comunità
Internazionale (ONU, UE ecc.). A tutte queste guerre ha partecipato in modo
determinante e attivo anche l'Italia, senza alcuna opposizione, anzi con il
mandato, di governi e parlamento. A questo si aggiunge tristemente il conflitto
in Ucraina fortemente voluto e alimentato da ogni paese occidentale pronto a
mandare ulteriori soldati a morire alla prima occasione utile a giustificare
l’intervento Nato! Negli scorsi conflitti e in quelli
ancora in corso, alle vittime morte cruentemente vi sono altre vittime
anch'esse decedute e tenute nascoste dallo Stato italiano: si tratta delle
innumerevoli persone che a distanza di tempo hanno subito gli effetti deleteri
per aver avuto contatti o essere state vicine all'uranio impoverito. Le
vittime sono principalmente le popolazioni dei territori in cui vi son stati
bombardamenti con l'uranio impoverito – ex Jugoslavia, Iraq, Afghanistan e
altri teatri di guerra. Oltre ai sacrificati civili delle zone di guerra vi
sono quelli che abitano vicino ai poligoni militari in Sardegna dove sono
stoccati e montati gli ordigni all'uranio. Da ultimo – ma non per
importanza - vanno ricordati i militari che, inconsapevoli del
rischio, hanno dovuto maneggiare e utilizzare l'uranio impoverito e i relativi
congegni. Il pericolo del coinvolgimento
dell’Italia nel conflitto in corso tra Usa Ucraina e Russia è concreto e
aggraverebbe solo la situazione. Oggi presso il tribunale di Brescia si
discute del caso del Maresciallo dell’Aeronautica Militare Giovanni Luca
Lepore, morto nel 2005, la cui famiglia è ancora in battaglia per ottenere
giustizia, di fronte all’atteggiamento strafottente, menefreghista e vessatorio
del Ministero della Difesa che si rifiuta da 16 anni di ammettere la sua
colpevolezza e dare ristoro non solo alla famiglia del Maresciallo Lepore ma a
tutte le famiglie delle vittime dell’Uranio Impoverito e di tutti gli altri
inquinanti bellici. Non a caso dall’ultima udienza è passato quasi un anno!
Attraverso il proprio ruolo istituzionale fanno pressione sui tribunali e
trovano escamotage affinché i processi durino anni, puntando a sfiancare le
famiglie che richiedono giustizia e ristoro nella speranza che mollino la
presa, per scoraggiare centinaia, migliaia di altri malati dall’intraprendere
le vie legali per ottenere giustizia. Basta con le vessazioni e le lungaggini
burocratiche contro le famiglie e le vittime dell’Uranio impoverito. Basta con
gli armamenti inquinanti che devastano l’ambiente e le vite di civili e
militari. Verità, giustizia, risarcimenti e bonifiche subito. ANVUI Centro Sociale 28Maggio Donne e uomini contro la guerra