L’educazione
alla pace a partire dai contesti plurali e multiculturali deve aprire al
confronto di idee, alle verità dell’evidenza degli eventi, alla pace nelle
comunità come la scuola in primis, la
famiglia, il contesto esosistemico e l’ambito ecosistemico planetario, fino ad
arrivare al bene della nonviolenza a livello mondiale e universale. La
scuola è un microcosmo di azioni e relazioni e di atti ed idee che si
moltiplicano all’infinito in un contesto comunitario che è innanzitutto
originato da relazioni, non per forza legami di pace e vita, ma purtroppo anche
energia conflittuale, dal verbo latino cum-fligere,
che implica il contrasto ossia l’istanza del contrasto tra le une e le une con
le altre personalità sia a livello di interiorità sia di esternazione delle
istanze conflittuali. Ma non per questo dobbiamo aborrire il conflitto a scuola,
in famiglia, nei contesti micro-culturali. Nell’ambito
macrosociale il grande conflitto come ad esempio la crisi Ucraina può sfociare,
come accaduto, in una guerra che può diventare terza guerra mondiale e
addirittura apocalisse nucleare anche solo per un incidente informatico. La
guerra deve essere dipanata nel suo acceso livello di conflittualità tra le
parti con le trattative, tramite la diplomazia, con i corpi civili di pace, le
ambasciate di pace della nonviolenza, le azioni nonviolente nei luoghi
implicati, la difesa popolare nonviolenta: occorre lanciare nei luoghi del
conflitto ponti di memoria, ponti di pace, intessere legami di relazioni e vincoli
di collaborazione e compromesso pacifico e nonviolento tra una etnia e un’altra
evitando il male assoluto dato dall’ideologia nazifascista.
Il nazifascismo è il massimo dei mali e non è lecito intervenire e
colloquiare con le forze violentiste del male assoluto. La pace
è un intreccio plurimo tra genti, minoranze e popolazioni ed è il microcosmo
tra amici e fratelli e sorelle e compagni che si compone con tassello per
tassello nella quotidianità come un universale mosaico di pace che vede
l’interrelazione tra le nazioni, i paesi, gli Stati, le regioni, le località e
così via. Nel mappamondo dobbiamo tracciare una linea virtuale di confronto e
dialogo tra le istituzioni mondiali che si può trasformare appunto in virtuale,
in reale in un compromesso interattivo di luce, di pace, di amore tra le
popolazioni e le genti che abitano i continenti e gli Stati. Come
figli di una grande entità cosmica universale, abbiamo il dovere, il diritto,
in quanto generati da madre Terra, dalla cosmogenesi infinita dell’universo,
abbiamo il diritto e dovere di occuparci della nostra grande madre creatrice e
tutelarla e difenderla dai dissesti climatici provocati proprio da noi genesi
filiale per le eccessive emissioni di gas serra di origine antropica
nell’atmosfera. Inoltre un altro immane risvolto è l’ecatombe nucleare che
divorerebbe l’umanità e tutta la sua storia e ogni sua traccia nell'universo.
Noi
viviamo in un afflato d’amore cosmico che va oltre le ideologie religiose e i
dettami delle molteplici parole delle fedi. Un amore universale che deriva dal
femmineo, dal femminile cosmico che è creazione e procreazione all’infinito,
nella miriade di costellazioni, di galassie, di arcipelaghi di stelle, di
raggruppamenti di astri, della molteplicità senza mai fine dell’amore
interstellare e universale e cosmogonico. Giordano
Bruno è un nostro precursore perché credeva convintamente e fino alla morte che
Dio è l’universo. Quella sua convinzione lo ha portato al rogo della Santa
inquisizione in campo dei fiori a Roma nel 1600. La scienza deve
aggrapparsi al materialismo per ricollegarci al nostro futuro di umanità. Si
assiste al risveglio e ritorno di un religioso dogmatico e feticista. Non si
vuole l’eliminazione della fede in assoluto, ma la valorizzazione del concetto
concreto della vita. La chiesa cattolica del medioevo ha addormentato
tutto il campo della scienza e della ricerca con dei pilastri e dei dogmi
integerrimi e imperscrutabili. Oggi
vi è un ritorno al fanatismo e al fondamentalismo religioso, ma la scienza si
deve contrapporre in modo intelligente al radicalismo fideistico.
La fede riduce anche la capacità di studio perché è tutto prescritto dalle
sacre scritture. Il radicalismo religioso preclude la ricerca. Margherita
Hack con il Bosone X ha scoperto la genesi ultima dell’infinito da cui tutte le
infinità degli universi derivano. Lei sosteneva che il genere umano deriva
dalla moltitudine delle galassie e delle stelle e che probabilmente la nostra
genia non è l’unica figlia dell’infinito. Questi
pensieri e ragionamenti devono condurre all’amore universale a amarci in quanto
derivanti dalla cosmogenesi infinita dei pluriversi delle galassie e per questo
a considerarci maggiormente come genere umano, come sorelle e fratelli e
animali e vegetali derivanti dalle miriadi di stelle e aspirare a incontrare
magari altre forme di vita lontane e per questo rifiutare ogni forma di odio,
di violenza, di guerra su madre terra e in ogni altro pianeta.