Carissimi e carissime, consiglio caldamente di leggere questa estate il libro
“Scritti contro la guerra”, di Angelo Gaccione, edizione Tralerighe
libri (euro 10) perché dopo le vacanze dobbiamo organizzare una grande
manifestazione per “la rinuncia alla difesa armata”. Non possiamo
sentirci al sicuro “seduti su 13mila ordigni nucleari, con una spesa militare
che ha superato i 1.981 miliardi di dollari. “Dobbiamo uscire dalla logica di
morte”. “Non esiste guerra senza armi, chi produce, acquista, detiene o vende
armi a gruppi, fazioni, Stati, mette in essere un atto di guerra, persegue
deliberatamente la guerra, crea la possibilità del conflitto bellico. Poiché
sono i Governi e gli Stati a stringere alleanze con finalità militari, non
certo i loro popoli, i cittadini di ognuno di questi Stati dovrebbero chiedere
conto ai loro Governi e ai loro Stati di questa condotta
criminale”. “Esigere che la propria nazione rinunci a possedere armi, a
far parte di alleanze con finalità militari e a risolvere ogni controversia
attraverso il confronto possibile e il dialogo è la sola strada che può
garantire una pace duratura e priva di pericoli per sé stessi e gli altri. Non
abbiamo altra scelta: o abolire le armi e le alleanze militari o abolire
l’uomo. Scegliete voi”. “Una cultura della pace, lo sappiamo, ha bisogno
di tempi lunghi, ma alla lunga potrà essere la sola a mutare a fondo le cose.
Il tempo a nostra disposizione è tuttavia molto contratto e c’è il serio
rischio di non farcela”. “Per la guerra e lo sterminio si stanziano miliardi,
per l’educazione alla pace e alla tolleranza, zero. Inoltre la cultura della
guerra e del conflitto può contare su una storia millenaria, mentre quella
della pace è terribilmente giovane”. “Questa proposta concreta di disarmo è
stata definita dallo psicanalista Giuseppe O. Pozzi una proposta concreta,
fattiva, utile, assolutamente indispensabile”. “Dovremmo concentrarci ora
e subito su questo obiettivo concreto e sulla sua utilità per tutelare la
sopravvivenza di ciascuno di noi e delle generazioni che verranno…”. “Siamo
consapevoli di vivere in un’era che non ha precedenti? Si chiama era nucleare,
era in cui lo sterminio di tutti si è fatto tragicamente concreto. Era in
cui difendersi con armi nucleari segnerebbe la fine del consorzio umano”. “È
l’era che ci obbliga a convivere pacificamente, a mettere la guerra fuori dalla
storia se non vogliamo correre il rischio che sia la guerra a mettere fuori la
storia, a segnarne la fine”. “Si è pacifisti solo se si è disarmisti e si è
disarmisti solo se si detesta e si avversa tutto ciò che ha a che fare con il
militarismo: eserciti, difesa, alleanze militari, spesa militare, produzione di
armi, detenzione e commercio di esse. Senza opposizione concreta a questa
materia concreta che alimenta e provoca la guerra, non potrà esserci alcuna
pace e il pacifismo resta una nobile, ma inutile aspirazione”. (Frasi tratte
dal libro Scritti contro la guerra). Buona lettura e buona estate. Amalia Navoni
Concordo con Angelo
Gaccione che gli uomini cosiddetti “forti” (Biden e Putin) sono dei
delinquenti. Ma questi delinquenti non useranno mai l’atomica in quanto
la distruzione che seguirebbe al primo uso e alle sue ritorsioni provocherebbe
una distruzione tale da annientare le forme di profitto delle
imprese che li comandano: gli enormi profitti nella produzione di armi e gli
enormi profitti nella ricostruzione. Questi enormi profitti possono durare nel
tempo solo mediante guerre tradizionali. Non sono gli Stati in quanto tali che
creano le guerre. Gli Stati sono una ineludibile forma giuridica di governo
dell’esistente, di territori più o meno ampi, ma comunque limitati, e della
popolazione che ci vive, ognuna con le sue caratteristiche. I governi (con la
minuscola!) attivati con il meccanismo della democrazia rappresentativa sono il
meno peggio che la razza umana abbia fin qui inventato. La democrazia diretta
non può funzionare al di sopra di collettività, comunità, aggregazioni umane
che dir si voglia superiori a circa 1.200 abitanti e ciò è dimostrato dalla
splendida esperienza dei kibbutzim della prima ora, che avevano realizzato il
comunismo in tutti i suoi aspetti, per quanto originati da una pulsione in
buona parte religiosa, oltre che - soprattutto, a mio parere - dalla volontà di
riconquistare un territorio ritenuto loro e perso 1.900 anni prima. È il Capitalismo
che provoca le guerre per perpetuarsi, come principale strumento per la propria
sopravvivenza, insieme allo sfruttamento degli esseri umani in forme sempre
rinnovate e alla distruzione della natura... Se si vuole davvero fare qualcosa
contro le guerre è indispensabile diventare anticapitalisti/e! Il PCI ad es. è per l’uscita dell'Italia dalla Nato,
per l'uscita della Nato dall’Italia, per la trasformazione delle fabbriche di
armi a produzioni civili e a favore di tutte le questioni poste da Angelo alle
pagine 29 e 30 del suo libro. Un abbraccio anticapitalista. Maria Carla Baroni
Rifletto,
che le persone sono sensibili e di cuore, solidali e collaborative, quando sono
in contatto diretto, quando sono nelle loro case, o in momenti di comunità. Ma
perdono completamente tutto ciò, quando operano al lavoro, per una azienda, per
una amministrazione politica, ad esempio. Allora lì sembra si spersonalizzino,
non seguano più la personale sensibilità umana, ma diventino un meccanismo
della azienda o della organizzazione in cui stanno operando, come se si
attivasse un algoritmo neuronale indotto dall’appartenenza, dal ruolo
professionale o sociale, da qui i comportamenti possono addirittura, a volte,
essere opposti alle proprie e intime convinzioni, alla propria natura. Senza
pensiero alla direzione della loro azione, alle motivazioni generali che
muovono il corpus in cui si opera… e questo è grave, perché procura una
schizofrenia sociale tra ciò che siamo come esseri umani, e ciò che diventiamo
nel fare per la nazione, lo stato, l’azienda… non più persone che pensano ciò
che fanno, ma che sospendono ciò che sono… e fanno ciò che da loro ci si aspetta:
terribile. E
nella guerra di Stati, oltre l’imposizione, spesso coercitiva, interviene
questa schizofrenia generata dall’educazione al nazionalismo, al patriottismo:
bugie sociali che hanno determinato solo divisioni, odio, conflitti e morte
com’è davanti ai nostri occhi ogni giorno da sempre. Cambiamo il racconto: la
patria è il pianeta tutto, e 8 miliardi di persone sono fratelli e sorelle,
interconnessi e interdipendenti, insieme possono fare un paradiso di questo
inferno e subito. Fuori
la guerra dalla storia, dalle menti, dai cuori. Sergio
Genini