NEUTRALITÀ, DISARMO, NON ALLINEAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA ALLA NATO di
Franco Astengo
La guerra è crimine, come il militarismo
“Da
Ovest a Est la transizione egemonica mondiale” questo titolo riassume un articolo di
Alfonso Gianni ("il Manifesto" 23 giugno) nel quale l'autore pone in evidenza
il nodo di fondo dell'attuale situazione internazionale caratterizzata,
apparentemente, dall'invasione russa dell'Ucraina che in realtà nasconde la
classica "guerra per procura". Prendendo le mosse da una valutazione
riguardante la conclusione del "secolo americano", nel testo
dell'articolo appena citato, si analizzano sia lo scenario che prevede "un
ritorno a un relativo equilibrio tra molteplici centri di potere" sia
la prospettiva di una contesa non ancora militare ma di tipo economico-politico
per una transizione egemonica da Ovest a Est. Si aggiunge però che quando nella
storia mondiale si sono verificati processi geo-economico-politici di questa
natura, legati alle diverse fasi dello sviluppo capitalistico, questi passaggi
sono avvenuti in conseguenza di grandi scontri bellici. Nell'articolo
si sottolineano altri due punti: a) la guerra russo-ucraina
può essere vista come un tratto di questo percorso ("particolarmente
infelice perché posto su di uno sciagurato piano inclinato"); b) La presenza di armamenti
nucleari in dotazione alle grandi potenze dovrebbe renderci coscienti che
passare attraverso la guerra per cambiare gli assetti geopolitici del mondo può
portare a una comune distruzione. Nel
quadro del processo di de-globalizzazione in atto da tempo il rischio è quello
del riformarsi di una logica dei blocchi. Quella
logica dei blocchi che se nel corso degli anni '50-'60 determinò l'equilibrio
del terrore sulla base del quale l'olocausto fu evitato adesso in assenza di
soggetti "terzi" che all'epoca operarono attivamente, "non
allineati", de-colonizzazione, paesi in via di sviluppo, potrebbe portare,
per effetto "trascinamento", alla soluzione estrema. Nel
testo in questione allo scopo di superare questa fase di estremo pericolo e
aprire un periodo di transizione si indica la strada di un multipolarismo
garantito da organismi internazionali profondamente riformati. Serve allora una
proposta immediata sulla quale lavorare anche in termini di mobilitazione
politica: rifiutato lo schieramento in blocchi il punto di partenza per una
grande iniziativa politica dovrebbe essere quello dell'individuazione
dell'Europa quale spazio politico e, di conseguenza, proporrecome temi in discussione quelli della
neutralità e del disarmo, della non coincidenza tra NATO e UE, dell’esercizio
della democrazia rappresentativa all’interno della istituzioni europee: la
sinistra italiana dovrebbe essere chiamata a riflettere su questi elementi
anche per poter presentare una propria politica estera coerentemente autonoma e
provvista di una qualche visione per il futuro dando un senso di prospettiva
per l'istanza pacifista.