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venerdì 24 giugno 2022

NEUTRALITÀ, DISARMO, NON ALLINEAMENTO
DELL’UNIONE EUROPEA ALLA NATO
di Franco Astengo
 

La guerra è crimine, come il militarismo

Da Ovest a Est la transizione egemonica mondiale” questo titolo riassume un articolo di Alfonso Gianni ("il Manifesto" 23 giugno) nel quale l'autore pone in evidenza il nodo di fondo dell'attuale situazione internazionale caratterizzata, apparentemente, dall'invasione russa dell'Ucraina che in realtà nasconde la classica "guerra per procura". Prendendo le mosse da una valutazione riguardante la conclusione del "secolo americano", nel testo dell'articolo appena citato, si analizzano sia lo scenario che prevede "un ritorno a un relativo equilibrio tra molteplici centri di potere" sia la prospettiva di una contesa non ancora militare ma di tipo economico-politico per una transizione egemonica da Ovest a Est. Si aggiunge però che quando nella storia mondiale si sono verificati processi geo-economico-politici di questa natura, legati alle diverse fasi dello sviluppo capitalistico, questi passaggi sono avvenuti in conseguenza di grandi scontri bellici.
Nell'articolo si sottolineano altri due punti:
a) la guerra russo-ucraina può essere vista come un tratto di questo percorso ("particolarmente infelice perché posto su di uno sciagurato piano inclinato");
b) La presenza di armamenti nucleari in dotazione alle grandi potenze dovrebbe renderci coscienti che passare attraverso la guerra per cambiare gli assetti geopolitici del mondo può portare a una comune distruzione. 
Nel quadro del processo di de-globalizzazione in atto da tempo il rischio è quello del riformarsi di una logica dei blocchi.
Quella logica dei blocchi che se nel corso degli anni '50-'60 determinò l'equilibrio del terrore sulla base del quale l'olocausto fu evitato adesso in assenza di soggetti "terzi" che all'epoca operarono attivamente, "non allineati", de-colonizzazione, paesi in via di sviluppo, potrebbe portare, per effetto "trascinamento", alla soluzione estrema.
Nel testo in questione allo scopo di superare questa fase di estremo pericolo e aprire un periodo di transizione si indica la strada di un multipolarismo garantito da organismi internazionali profondamente riformati. Serve allora una proposta immediata sulla quale lavorare anche in termini di mobilitazione politica: rifiutato lo schieramento in blocchi il punto di partenza per una grande iniziativa politica dovrebbe essere quello dell'individuazione dell'Europa quale spazio politico e, di conseguenza, proporre  come temi in discussione quelli della neutralità e del disarmo, della non coincidenza tra NATO e UE, dell’esercizio della democrazia rappresentativa all’interno della istituzioni europee: la sinistra italiana dovrebbe essere chiamata a riflettere su questi elementi anche per poter presentare una propria politica estera coerentemente autonoma e provvista di una qualche visione per il futuro dando un senso di prospettiva per l'istanza pacifista.