Elezioni
del 26 giugno. Le
prime annotazioni che possono essere ricavate dalla lettura dei numeri emersi
dai ballottaggi per i 13 comuni capoluogo impegnati nelle elezioni comunali del
26 giugno possono essere riassunte nella raccomandazione, per poter esprimere
giudizi sulle tendenze espresse dall'elettorato, di leggere attentamente le
cifre. In questi casi non ci può limitare al solo conteggio dei comuni
conquistati o perduti ma è necessario andare a fondo nell'esame di ciò che è
realmente accaduto: naturalmente questo lavoro è del tutto parziale essendo
stato elaborato immediatamente dopo la chiusura degli scrutini esaminando
soltanto alcuni aspetti dell'esito delle urne. Alcune indicazioni di carattere
generale però si possono già individuare. Nei 13 comuni capoluogo dove si sono
svolte le votazioni di secondo turno non avendo 15 giorni fa nessuno dei
candidati sindaci superato il 50% dei voti avevano diritto al voto 1.074.837
elettrici ed elettori. Nel primo turno erano state deposte nelle urne 559.780
voti validi; nel secondo turno il numero dei voti validi è sceso a 429.007: ciò
significa che l'effettivo tasso di astensione tra le due tornate è salito del
23,34% (comprensivo delle schede bianche e delle schede nulle). Il totale della
partecipazione al voto nel secondo turno si è quindi collocato al di sotto del
40%, 39,91% per la precisione. Ed è questo il dato sul quale bisognerebbe
puntare direttamente l'attenzione. Per essere più precisi rispetto all'entità
del fenomeno (sempre riferendoci ai 13 comuni capoluogo) deve essere fatto
notare che al termine del primo turno per i candidati sindaci esclusi dal
ballottaggio si erano espressi 142.768 suffragi: di questi soltanto 8.197 sono
stati utilizzati per esprimere il sostegno ad uno dei candidati nel turno
successivo. Su 26 candidati al secondo turno 8 hanno peggiorato laperformance realizzata nella precedente
tornata: ciò nonostante si sono verificati 4 sorpassi (Como, Lucca, Monza,
Catanzaro: uno a favore di un candidato civico; uno di un candidato
centro-sinistra e Cinque Stelle; uno di un candidato di centro-sinistra e uno
di centro destra) a conferma del permanere di una tendenza alla volatilità
nonostante la ristrettezza dei numeri disponibili. Esaminiamo
allora i dati complessivi per i 13 comuni capoluogo: Candidature
di centro-sinistra: al primo turno 165.476 voti, al secondo turno 179.425 con
un incremento di 13.949 suffragi. Candidature
di centro-sinistra comprendenti il M5S: al primo turno 51.869 voti, al secondo
55.693 con un incremento di 3.824 voti. Candidature
di centro-destra (considerata tale quella di Sboarina a Verona escludendo
quella di Tosi): al primo turno 160.332 voti; al secondo 183.600 con una
crescita di 23.268 suffragi. Candidature
civiche: al primo turno 28.897 voti al secondo 20.227 con un decremento di
8.670 voti. Candidatura
Lega con Forza Italia: primo turno 15.666 secondo turno 19.062. I
casi specifici di maggiore interesse nell'analisi dei voti tra il primo e il
secondo turno sono rappresentati da Como, Verona e Catanzaro. A
Como si è verificato il sorpasso da parte della candidatura civica Rapinese
passata da 8.443 voti a14.067 mentre
la candidatura Minghetti espressione del centro-sinistra è scesa da 12.173 voti
a 11.345. A
Verona l'attesa era per il comportamento degli elettori della candidatura Tosi
che nel primo turno aveva raccolto 25.843 suffragi rompendo il fronte del
centro destra rappresentato dal sindaco uscente Sboarina arrivato al
ballottaggio con 35.404 voti al secondo posto dietro il candidato del
centro-sinistra Tommasi con 43.106 voti. Al secondo turno Sboarina ha
incrementato il proprio numero di voti da 35.404 a 43.730, mentre il neo-
sindaco Tommasi è salito a 50.118 voti. Si può quindi valutare che se almeno un
terzo delle elettrici e degli elettori di Tosi hanno votato Sboarina al
ballottaggio un certo numero di suffragi della stessa provenienza si sia
fermato sulla candidatura Tommasi. Molto
rilevante il sorpasso realizzato a Catanzaro dalla candidatura Fiorita
(espressione del centro-sinistra e del movimento 5Stelle) che al primo turno
aveva ottenuto 14.966 voti risultato la seconda alle spalle della candidatura
Donato espressione del centro destra con 20.768 voti. Situazione completamente
ribaltata al ballottaggio con Fiorita eletto sindaco con 17.823 voti e Donato
sceso a 12.778 per un caso di volatilità che sembra essere davvero " di
scuola". In
conclusione per quel che ha riguardato i 13 comuni capoluogo nei quali si è
svolto il turno di ballottaggio il 26 giugno si può affermare: 1)
l'ulteriore crescita dell'astensione: i voti validi, alla fine, hanno
rappresentato una percentuale inferiore al 40% dell'intero corpo elettorale; 2)
è stato utilizzato soltanto il 5,74% dei voti attribuiti al primo turno ai candidati
esclusi e disponibili per il secondo turno, a conferma dell'esistenza di un
fenomeno non secondario di volatilità elettorale anche tra due turni della
stessa elezione; 3)
le candidature di centro-sinistra hanno avuto un incremento tra i due turni
passando dal 15,39% al 16,69% sul totale del corpo elettorale (e non dei soli
voti validi); le candidature del centro-sinistra con il movimento 5Stelle sono
salite dal 4,82% al 5,18%; centro-destra da 12,99 a 15,89%; la candidatura Lega-Forza
Italia di Parma dal 1,45% al 1,77%. 4)
Muovendosi sul terreno della pura curiosità statistica si può dunque affermare
che il "campo largo" nel ballottaggio del 26 giugno abbia ottenuto il
21,87% dell'intero corpo elettorale dei 13 comuni capoluogo e il centro-destra
il 17,66% in un quadro complessivo segnato da un'astensione (comprensiva di
bianche e nulle) del 60.09%.