Filippo mi ha fatto molto piacere
leggere la tua poesia in memoria di C. Heatherly pilota di Hiroshima. Un
pacifista della levatura di F. Fornari autore del libro Psicanalisi della
guerra atomica, cui mi sono ispirato per la mia obiezione di coscienza,
raffronta il suo caso, messo in manicomio perché si è sentito responsabile
della morte di migliaia e migliaia di persone e della distruzione quasi di una
città, con la sentenza della Corte Internazionale sui delitti dei singoli
nazisti. L’obbedienza allo Stato non era un motivo sufficiente per i delitti e
le violenze fatte subire ad altri uomini e donne, solo perché ebrei, comunisti,
zingari, omosessuali o portatori di altre deficienze fisiche o mentali. Era l’ammissione
di una responsabilità personale che avrebbe potuto, insieme a quella del
proprio Stato, cambiare il mondo, dopo quella tragedia di morte e distruzione
della Seconda guerra mondiale. No, Eatherly non poteva sentirsi umano rispetto ad
altri umani. Lui era un “vincitore” che ha sconfitto la barbarie umana e basta:
quella altrui. Mai quella di tutti, in una guerra. Del resto in termini “politici”,
la presenza americana si sarebbe fatta sentire nel resto degli anni, fino ad
oggi, con circa 800 basi militari in tante parti del mondo. Unico Stato ad
averle con questi numeri. Giuseppe Bruzzone