Filastrocca pazza scopa e ramazza Filastrocca incazza spara et ammazza Sulla madre terra? Filastrocca guerra! La guerra mondiale? Memoria del male! Memoria di ieri? ma no, siamo seri, memoria di adesso di un mondo al collasso memoria di quello che porta al macello: ovvero il più forte che vuole la morte di chi al confine pretende la fine del vecchio padrone sia pure nel nome del grande ladrone che è sempre in guerra su tutta la terra con chi non ha niente: il paria pezzente l’odiato migrante, sia vecchio o lattante purché magrebino o afro e algerino asiatico afgano o curdo siriano perciò clandestino e senza un quattrino ma là non c'è pane né riso o banane perché c'è la guerra dov'è la sua terra costretto a fuggire costretto a pietire so-li-da-rietà o almeno pietà. Però non ne dà chi soldi ne ha quel tanto che basta per dare alla casta dei consumatori speranze e tremori vanesie pastette da mezze calzette feroci rancori padani furori… Allora che bella la guerra livella la guerra ramazza che uccide che ammazza che illude che impazza che svuota la piazza che taglia la cresta a chi fa protesta Fa niente se dopo né il gatto né il topo risolvono niente; chi è deficiente vuol esser vincente vincente vincente potente potente ritornello pazzo che non serve a un cazzo che tutto peggiora e alla malora ci manderà tutti travolti dai flutti di un mare … di merda…
e
qui si finisce perché non c’è rima, e non c’è memoria che serva se sempre, ogni
volta da capo riprende la stessa tremenda menata la stessa ostinata violenta
canzone di mitra e cannone... finché in chiave armonica, si arrivi all’atomica.
Basta.