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domenica 26 giugno 2022

TEATRO



Le Confessioni di Terenzio Mazza.


Il teatro scritto contemporaneo è morto, gli editori non ne pubblicano più (eccezion fatta per i classici perché trovano impiego nelle scuole superiori o nelle Università), come non pubblicano i racconti. I teatranti i testi se li creano da soli adattandoli alle loro esigenze. A volte li estrapolano dai libri più diversi, anche da quelli che a teatro non funzionano e che col teatro non c’entrano nulla. Ma tant’è. Non esistendo più alcun rapporto tra drammaturgo e teatranti, la scrittura teatrale non è più praticata. Del resto se si ha a disposizione un muratore l’architetto diventa inutile. Qualche moicano in giro c’è ancora, come questo Terenzio Mazza che si ostina e ha prodotto questa Commedia delle Confessioni. Se l’è prodotta in proprio stampandosela presso la EBS Print di Lesmo in quel di Monza-Brianza. E ha fatto bene: in giro ci sono mediatori fra autori e tipografie che si fanno passare per editori, e allora non vedo perché si deve ricorrere alla loro mediazione quando si può benissimo andare direttamente da uno stampatore spendendo tra l’altro di meno. Ma veniamo alla commedia di Mazza. “Il teatro è il posto dove gli uomini hanno voluto rappresentare il loro stesso vissuto per farne spettacolo” dice nei primi righi della sua prefazione. Un po’ parziale come definizione. In verità le motivazioni sono molte, più ricche e articolate: dal rito alla cerimonia sacrale, dalla celebrazione del mito all’educazione morale, dalla propaganda politica alla fondazione di alcuni tabù, ecc. ecc. E ancora: “Gli attori, d’accordo con il regista sono decisi a mettere in scena una loro idea che li vedrà recitare per la prima volta senza ricorrere ad alcun testo scritto. In tal caso essi reciteranno soltanto con quanto sapranno cavare da sé stessi”. Sono indicazioni di regìa dell’Atto Primo. Nessun testo scritto, dunque, come per un certo tipo di teatro della nostra tradizione. Una specie di libero flusso di coscienza attraverso il quale i 15 personaggi (o emblemi di personaggi) dicono, e dicendo si confessano, rivelando parti di sé e cose che appartengono al loro vissuto. Un vissuto anche duro, forte, oscuro, scabroso che fuori da un contesto come quello del teatro non sarebbe possibile. Una sorta di seduta psicanalitica collettiva? Anche. Dove i brandelli di discorsi, i singoli lacerti, ci rivelano molto di più di quanto dicono. Ed è un caleidoscopio che rifrange personalità diverse e insospettate verità. [A. G.]


 
Terenzio Mazza
Commedia delle Confessioni
Commedia in tre atti
Ed. EBS Print 2021
Pagg. 102 € 14,00