Il teatro scritto contemporaneo è morto, gli
editori non ne pubblicano più (eccezion fatta per i classici perché trovano
impiego nelle scuole superiori o nelle Università), come non pubblicano i
racconti. I teatranti i testi se li creano da soli adattandoli alle loro
esigenze. A volte li estrapolano dai libri più diversi, anche da quelli che a
teatro non funzionano e che col teatro non c’entrano nulla. Ma tant’è. Non
esistendo più alcun rapporto tra drammaturgo e teatranti, la scrittura teatrale
non è più praticata. Del resto se si ha a disposizione un muratore l’architetto
diventa inutile. Qualche moicano in giro c’è ancora, come questo Terenzio Mazza
che si ostina e ha prodotto questa Commedia delle Confessioni. Se l’è
prodotta in proprio stampandosela presso la EBS Print di Lesmo in quel di
Monza-Brianza. E ha fatto bene: in giro ci sono mediatori fra autori e
tipografie che si fanno passare per editori, e allora non vedo perché si deve ricorrere
alla loro mediazione quando si può benissimo andare direttamente da uno
stampatore spendendo tra l’altro di meno. Ma veniamo alla commedia di Mazza.
“Il teatro è il posto dove gli uomini hanno voluto rappresentare il loro stesso
vissuto per farne spettacolo” dice nei primi righi della sua prefazione. Un po’
parziale come definizione. In verità le motivazioni sono molte, più ricche e
articolate: dal rito alla cerimonia sacrale, dalla celebrazione del mito
all’educazione morale, dalla propaganda politica alla fondazione di alcuni
tabù, ecc. ecc. E ancora: “Gli attori, d’accordo con il regista sono decisi a
mettere in scena una loro idea che li vedrà recitare per la prima volta senza ricorrere
ad alcun testo scritto. In tal caso essi reciteranno soltanto con quanto
sapranno cavare da sé stessi”. Sono indicazioni di regìa dell’Atto Primo.
Nessun testo scritto, dunque, come per un certo tipo di teatro della nostra
tradizione. Una specie di libero flusso di coscienza attraverso il quale i 15
personaggi (o emblemi di personaggi) dicono, e dicendo si confessano, rivelando
parti di sé e cose che appartengono al loro vissuto. Un vissuto anche duro,
forte, oscuro, scabroso che fuori da un contesto come quello del teatro non
sarebbe possibile. Una sorta di seduta psicanalitica collettiva? Anche. Dove i
brandelli di discorsi, i singoli lacerti, ci rivelano molto di più di quanto dicono. Ed è un caleidoscopio che rifrange personalità diverse e
insospettate verità.[A. G.]
Terenzio Mazza Commedia delle
Confessioni Commedia in tre atti Ed. EBS Print 2021 Pagg. 102 € 14,00