Perché aumenta l’astensionismo. Gli uomini che si dedicano
all’attività politica dovrebbero avere antenne più sensibili di altri e
soprattutto capaci di captare i cambiamenti di umore della gente. Se l’astensionismo
alle votazioni elettorali cresce, la colpa non è degli elettori che non vanno
alle urne ma delle forze politiche che non hanno saputo cogliere i desiderata di
gente che ormai non ha più voce nel sistema mass-mediatico, che non legge più
nemmeno i giornali e che chiude la Tv per non assistere ai sonnolenti talk-show
di tutte le reti, private e pubbliche, nessuna esclusa. È gente che non ha
amato Mario Draghi per i suoi sussulti bellicosi, che taluno ha considerato
“all’unisono” con i banchieri che, in Occidente (Vecchio e Nuovo Continente)
alimentano l’industria delle armi, ma non può condividere neppure i medesimi
moti dell’animo volti al conflitto armato della sua principale avversaria,
Giorgia Meloni, guerrafondaia dell’opposizione. È gente che non ama il
servilismo delle forze politiche italiane verso Joe Biden ma che non condivide
neppure il plauso di Donald Trump alla Corte Suprema americana sul tema
dell’aborto che considera una conquista di civiltà e che ritiene che un Paese
con alle spalle il mondo greco-romano non può osannare ai discendenti dei
cercatori di auree pipite e di petrolio, “liberatori” del suolo americano dalla
presenza degli indiani aborigeni. È gente che ha sofferto o ha letto di
sofferenze per gli orrori della Seconda guerra mondiale, conclusasi con le
bombe atomiche sganciate su Hiroshima e su Nagasaki e dopo le
distruzioni di meravigliose città italiane, rase al suolo dalle
bombe sganciate dalle fortezze volanti americane a causa dell’insana sfida
di un fascista impazzito e fiducioso nella potenza dei nazisti
tedeschi, sicuro di poter sconfiggere il colosso anglo-americano, e
che non vuole, quindi, seguire le tristi vicende di un comico (probabilmente
non più saggio del maestro elementare di Predappio) nello sfidare il gigante
russo, fiducioso nel sostegno degli Statunitensi in consueta funzione
sobillatoria di guerre lontane dai suoi atlantici confini. È gente che ha letto
e visto serie televisive sul declino spaventoso della Svezia per le sue
numerose forme di reddito elargite a scansafatiche e a nulla-facenti e per
l’immigrazione selvaggia permessa dai governi di quel Paese e che non vuole
seguire ex venditori ambulanti e sociologi da strapazzo nella folle corsa verso
l’autodistruzione della forza lavoro del proprio Paese. È gente che non ama
andare a votare per eleggere rappresentanti del popolo e membri di governo che
dipendono dalle decisioni sostanziali di due viceré di Wall Street e della
City, posti ai vertici di un’Unione Europea che non ha nulla di democratico, di
autonomo e di indipendente. È gente che vorrebbe una riforma della giustizia in
Italia che non consista nei soliti pannicelli caldi (tali sono quelli fin qui
escogitati) che riconduca i giudici sotto la legge, come gli altri due poteri
dello Stato, e i pubblici accusatori nei gangli della pubblica amministrazione,
sottratta alle ipoteche politiche volute dal Re Sole, dal suo Ministro Colbert
e condivise da Napoleone, da Mussolini e dagli antifascisti italiani del
secondo dopoguerra mondiale. È gente che vorrebbe vedere restaurata la dignità
laica di uno Stato che non è più quello Pontificio, che è stanco di assistere
alle improvvisazioni dei suoi vertici o concionanti lungo le coste italiane per
invitare gli scafisti a proseguire nella loro opera di corruzione e di
auto-arricchimento o arrampicandosi come acrobati in veste talare sulle pareti
di edifici dello Stato per dare elettricità ai suoi occupanti abusivi e
che è altrettanto arcistufa di leader politici che senza nessun rispetto per la
“a-religiosità” di tanti cittadini non credenti scendono in piazza stringendo
nelle mani corone del rosario. È gente, inoltre, che è stanca di essere
ritenuta “minus habens” cui va sottratto con tutti gli artifici possibili il
diritto di voto con la scusa di un “Annibale” che è costantemente alle italiche
porte! È gente, infine, che vorrebbe riconoscere l’esistenza di un coraggio a
trecentosessanta gradi in quegli uomini politici che accusano il popolo di
mancanza di coraggio se non va a votare. Modesta proposta per prevenire:
Perché una legge non impone di ripetere le elezioni, considerandole nulle, se
il numero dei NO chiaramente scritto sulle schede superi una certa percentuale?