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martedì 5 luglio 2022

FUORI LE BOMBE DALLA NOSTRA TERRA
di Clara Reina

I portatori di morte

A 80 km. a est di Milano, nella base Nato di Ghedi, sono stoccate da tempo 20 bombe nucleari B-61, ognuna delle quali almeno quattro volte più potente della bomba di Hiroshima. A 95 km. da Venezia ad Aviano ne sono stoccate altre 20-40 almeno. A breve saranno sostituite da B-61 di ultima generazione, ancora più distruttive. Il rischio atomico era grandissimo anche prima, ma è decisamente aumentato con la co-belligeranza dell’Italia nell’attuale guerra in seno all’Europa. Queste basi sono il primo obiettivo strategico nel caso la Russia volesse colpire l’Italia, o reagire a un “first strike” che la Nato/USA potrebbero decidere di far partire dal nostro territorio.
Quali conseguenze per le nostre vite e le nostre città?
Eppure l’Italia ha bocciato la presenza del nucleare nel Paese perfino nell’uso civile, qualcuno ne tiene conto?
Ai nostri governi importa qualcosa della sicurezza della popolazione? Anzi, ci dicono che servono a proteggerci, servono invece solo a supportare gli interessi dell’industria bellica. Prima ancora di ogni altra legittima rivendicazione dei più sacrosanti diritti viene il diritto alla sopravvivenza, senza la quale ogni altra cosa diventa vana. Occorre partecipare tutti a ogni manifestazione contro questa follia, al di là di partiti e colori politici.
Bisogna riversarsi in piazza a milioni, anche in modo spontaneo, davanti ai palazzi del potere, pretendendo a gran voce:
1) il disarmo nucleare
2) la smilitarizzazione dei territori
3) l’uscita dalle organizzazioni militari difensivo/offensive e l’avvio di un percorso verso la neutralità, come Svizzera e Austria, nostri vicini.
 
Uscire dalla Nato non è facile ma possibile (art. 13 dello Statuto), occorre la determinazione politica e la consapevolezza che subiremo ritorsioni, contro le quali dobbiamo attrezzarci. Ma ne vale la pena.
 
NO GUERRA, NO ARMI, NO NATO siano la nostra prima istanza, la precondizione. Il sistema vigente non acconsentirà mai, dobbiamo quindi unirci come popolo per giungere a un governo alternativo al presente sistema.
 
La nostra Costituzione parla chiaro: art.11, l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Stop. Ogni cavilloso distinguo su difesa/offesa è puramente ipocrita.  

clarachiara1@gmail.com