Idra a fianco della magistratura:
inaccettabile attacco del ministro Speranza alla giudice Zanda. L’associazione
fiorentina chiede un incontro urgente al prefetto di Firenze. Il commento
incauto che il ministro della Salute Roberto Speranza ha rilasciato, su una
rete televisiva nazionale, a proposito dei contenuti di un decreto emesso dalla
giudice di Firenze Susanna Zandacon cui è stato
restituito il diritto al lavoro, alla retribuzione e alla dignità personale a
una psicologa sospesa perché indisponibile a sottoporsi a un trattamento
iniettivo contro Sars Cov 2 in base al DL 44/21, preoccupa per i riflessi che
può suscitare nell’opinione pubblica. Il ministro, utilizzando peraltro un
vocabolo improprio (‘sentenza’ piuttosto che ‘decreto’), ha dichiarato: «Di solito per cultura politica, per formazione, sono molto
rispettoso rispetto ai lavori dei magistrati, ma questa sentenza è sinceramente
irricevibile e priva di ogni evidenza scientifica, in contrasto con tutte le
indicazioni della comunità scientifica internazionale. È una sentenza di cui
sinceramente dobbiamo vergognarci».Il ministro ha
ritenuto quindi di fare a meno, in questo caso, delle buone regole che gli
derivano dalla cultura politica e dalla formazione che dichiara appartenergli.
Si tratta infatti di un attacco diretto non solo alla giudice fiorentina, alla
quale desideriamo esprimere qui la nostra solidale vicinanza, ma all’intera
magistratura. In contemporanea, il ministero della
Salute e, di conserva, le Regioni, col supporto di un’amplificazione mediatica
solidamente acritica, avviano una quarta campagna di inoculazione di un prodotto
che, nell’analisi della giudice Zanda e di una copiosa letteratura, con la
somministrazione più o meno forzata delle prime tre dosi non solo non ha
conseguito i risultati attesi (quelli di assicurare il contenimento
del contagio e di garantire condizioni di sicurezza in ambito sanitario) ma, secondo
accreditate ricerche condotte in ambito rigorosamente scientifico, sarebbe
suscettibile di indurre persino immunità negativa nei soggetti trattati. Il combinato
disposto del messaggio di disprezzo da parte del ministro, e della insistenza
che si registra nell’adottare una politica sanitaria sospetta di causare danni
massivi alla salute della popolazione, spinge Idra a chiedere quindi oggi un nuovo incontro urgente al prefetto
di Firenze (dopo il colloquio del 3 maggio scorso) perché trasmetta
sollecitamente al ministro, anche nell’esercizio dell’ordinaria
amministrazione, la richiesta di considerare seriamente l’opportunità di una
revisione radicale delle indicazioni fornite alla cittadinanza, alle autorità sanitarie
locali e agli ordini professionali, così diligenti nell’applicare a occhi
chiusi le direttive ricevute piuttosto che nel verificarne l’accettabilità. Il
crescente sospetto, nella cittadinanza, alla luce della contraddittorietà dei
dati e dei messaggi che provengono dalle autorità, e della diffusa
consapevolezza dell’insuccesso delle politiche sanitarie adottate, può infatti
produrre un sentimento di allarme sociale che una saggia amministrazione della
cosa pubblica è chiamata a prevedere e a prevenire. In particolare
Idra chiede al prefetto di promuovere
nella provincia di Firenze - attraverso attività ispettive e procedure di
farmacosorveglianza attiva presso le strutture sanitarie e gli ordini
professionali - misure efficaci di monitoraggio degli effetti avversi delle
inoculazioni fin qui attuate, e di censimento statistico indipendente del grado
di efficacia delle inoculazioni stesse ai fini della prevenzione e della tutela
dal contagio. Associazione di volontariato Idra